Il Padiglione “Vino - A Taste Of Italy” occuperà uno spazio di circa 2.000 metri quadrati nell’ambito di Padiglione Italia e avrà come obiettivo quello di raccontare la storia del rapporto tra uomo, natura e territorio nella produzione vitivinicola.
Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, il Commissario generale per il Padiglione Italia, Diana Bracco, il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, il presidente del Comitato Scientifico del Ministero delle Politiche Agricole per il Padiglione Vino, Riccardo Cotarella, l’architetto Italo Rota. A introdurre i lavori il critico d’arte Philippe Daverio, mentre il Direttore Affari Istituzionali di Expo 2015, Roberto Arditti, ha moderato gli interventi.
“Il vino è una delle chiavi di racconto più importanti che l'Italia può presentare al mondo – ha detto il Ministro Martina nel suo intervento – . Ad Expo noi non parleremo solo a un settore o a una filiera, ma proveremo a usare l'esperienza vitivinicola italiana per dimostrare le potenzialità del nostro Paese. Parliamo di un settore che vale oltre 14 miliardi di euro nel nostro Paese e per il quale siamo intervenuti anche con la sezione ‘Campolibero’ del decreto competitività, introducendo semplificazioni molto importanti richieste dalle aziende vitivinicole per sostenere meglio il comparto. Nel vino c’è il passato e c’è il futuro, c'è innovazione, bellezza, cura. Questo è solo il primo tempo, oggi mettiamo un punto fermo forte in questo nostro percorso. Di fatto, oggi Expo è già iniziato”.
Il Commissario generale per il Padiglione Italia, Diana Bracco, ha sottolineato: “Stiamo presentando una grande eccellenza trainante del Paese. Siamo grati di avere il padiglione del vino all’interno del Padiglione Italia”. Bracco ha quindi ricordato la recente iscrizione dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato nella lista dei patrimoni UNESCO “per il rapporto tra uomo e territorio. Rapporto – ha aggiunto – su cui è articolato il nostro intero Padiglione”.
“Tutto quello che realizzeremo – ha spiegato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani – non sarà ‘consumato’ tutto resterà e sarà riutilizzato. Coinvolgeremo tutti i protagonisti del vino italiano, portando i visitatori alla scoperta della grande cultura presente in questo settore”.
Ettore Riello, presidente di Veronafiere, ha parlato di Expo 2015 come una “grande occasione, che non sarà solo una vetrina. Questo Paese deve ripartire, il vino ne costituisca il traino nel mondo”.
Riccardo Cotarella, presidente del Comitato Scientifico del Ministero delle Politiche Agricole per il Padiglione Vino, ha aggiunto: “Se Italia è un giardino pieno di vigne lo dobbiamo ai giovani. Abbiamo un patrimonio ineguagliabile e inestimabile di vitigni, legati a territori e a popoli. Se mettiamo insieme gli altri Paesi del mondo non potranno mai raggiungerci da questo punto di vista”.
Parigi, capitale mondiale e punto di riferimento del vino di qualità, ha ospitato la conferenza stampa di presentazione di Passitaly, la prima edizione della kermesse interamente dedicata alla celebrazione dei vini passiti del Mediterraneo promossa dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della Pesca Mediterranea, il Comune di Pantelleria, l’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia e il GAL delle Isole Minori, in programma dal 31 agosto al 4 settembre sull’isola di Pantelleria.
Presso la sede francese dell’Istituto italiano di cultura, nel cuore di Saint Germain, quasi 200 persone hanno presenziato alla conferenza stampa condotta e moderata dal giornalista Andrea Gabbrielli, profondo conoscitore della viticultura insulare e autore de “Il vino e il mare – Guida alla vite difficile delle piccole isole”, un omaggio agli eroici vignaioli che ogni giorno sfidano la forza della natura, tanto affascinante quanto indomabile, per regalare ai winelover di tutto il mondo vini unici e preziosi. Nel corso del dibattito sono intervenuti il Direttore dell’Istituto italiano di cultura a Parigi, Marina Valensise, il Sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele, l'enologo Gianni Giardina in rappresentanza dell'IRVO e la coordinatrice della ristorazione di Pantelleria per Passitaly, Anna Trogler.
“Passitaly – afferma Salvatore Gino Gabriele, Sindaco di Pantelleria - nasce dall’idea di dare voce ai produttori dell’isola per incentivare l'eno-turismo e ampliare il potenziale di comunicazione che le produzioni locali possono esprimere per qualità, identità culturale e natura. La manifestazione sarà dedicata ad una selezionata platea della stampa generalista e di settore ma anche a buyer, operatori ed enoturisti sempre alla ricerca di vini dotati di personalità e carattere, mai omologati e provenienti da contesti produttivi estremi. Per queste ragioni – conclude il Sindaco - abbiamo deciso di presentare qui a Parigi il programma di queste cinque giornate: il winelover francese, con la sua naturale predisposizione al bien vivre e alla ricerca dell’eccellenza enologica, è l’esempio perfetto di interlocutore a cui si rivolge Passitaly.
La manifestazione, oltre a offrire la possibilità di degustare le migliori produzioni di vini passiti del Mediterraneo, consentirà di scoprire l’isola attraverso “Pantelleria Experience”, tre differenti percorsi corrispondenti ad altrettanti aspetti che l’hanno resa un unicum assoluto, ammirato e conosciuto in tutto il mondo: enogastronomico, naturalistico – paesaggistico e storico – culturale. Un vero e proprio viaggio di scoperta e approfondimento degli aspetti ambientali, culturali e produttivi di un territorio dove la civiltà dell’uomo ha saputo interpretare al meglio un contesto unico ma al tempo stesso difficile e, a volte, ostile. Terrazzamenti, muretti a secco e Dammusi sono la prova concreta e tangibile di una tradizione agricola millenaria da sempre fondata sull’equilibrio tra uomo e natura. Pantelleria è uno dei territori più amati ed evocativi del Mediterraneo, come conferma la grande affluenza, registrata nel corso della presentazione parigina, di giornalisti e tour operator francesi e internazionali, i principali interlocutori chiamati ad veicolare i flussi turistici di elite verso l’isola.
A conclusione della conferenza stampa, le immagini e le note musicali di Don Pasta hanno riprodotto uno spaccato naturale di vita pantesca. L’artista, rapito dalla forza evocativa di Pantelleria dopo un viaggio nell’isola, è stato in grado di emozionare il pubblico presente in sala con una riproduzione fedele dell’atmosfera, calda e solare, di un territorio che per la sua straordinaria bellezza è stato definito “il Giardino del Mediterraneo”.
Naturalmente non poteva mancare il momento tanto atteso della degustazione dei pregiati vini Passiti: gli aromi fruttati e il gusto vellutato di queste produzione di nicchia sono state esaltate dall’abbinamento con i rinomati formaggi francesi offerti in degustazione. Un perfetto connubio per una prodotto a cui è stato affidato il delicato compito di promuovere l’intera produzione d’eccellenza di Pantelleria e il brand Sicilia.
Redazione Floraviva
Sabato pomeriggio, all’Istituto San Michele in Piazza Matteotti, si è tenuta la premiazione del concorso di Food Art organizzato da Coop Pescia col patrocinio del Comune cui hanno aderito tutte le scuole del territorio di ogni ordine e grado, incentrato sulla prevenzione dello spreco alimentare. Si è proposto ai ragazzi di creare opere d’arte utilizzando cibi scaduti o avanzati, quindi destinati alla spazzatura. Tutti gli elaborati sono stati esaminati da una giuria composta da giornalisti, insegnanti e alcuni studenti dell’Istituto alberghiero di Montecatini. Sette in tutto le opere premiate. Tre per la sezione classica rappresentata da fotografie, tre per la sezione speciale nella quale sono confluiti anche video, disegni, poesie e racconti e un premio speciale conferito dai soci Coop. Quest’ultimo, rappresentato da un buono scuola del valore di 30 euro, è stato attribuito ad alcuni bambini della scuola primaria di Valchiusa che hanno realizzato un’opera dal titolo: “La biennale di nuovo in Valchiusa”. Lo stesso buono scuola è stato attribuito al terzo classificato di entrambe le sezioni: “A scuola con le facce toast” dell’Istituto Marchi (sezione speciale) e a “Marilyn Monroe in versione Arcimboldo” dell’Istituto comprensivo Libero Andreotti. I secondi classificati hanno ricevuto una stampante: l’opera “Pinocchio” realizzata da Ioanna Lucaci dell’Istituto Lorenzini (sezione speciale) e all’opera “Un mare di avanzi” di Giacomo Pisani della scuola primaria di Collodi. Infine, una macchina fotografica è stata conferita al primo classificato in entrambe le sezioni: i video “Una vita di spreco” e “Food Miles” realizzati dagli studenti dell’Istituto Sismondi-Pacinotti (sezione speciale) e l’opera “Campo di peperoni” di Davide Ravallo della scuola primaria di Collodi.
Redazione Floraviva
Nella giornata di domenica 9 marzo a San Quirico di Valleriana, frazione del comune di Pescia (PT), si terrà la Sagra del Neccio, giunta quest'anno alla 46ª edizione. La sagra è un'ottima occasione per visitare lo splendido borgo medievale di San Quirico, immerso nel verde della cosiddetta Svizzera Pesciatina, facente parte della Montagna Pistoiese. Negli stand gastronomici, allestiti nella centrale Piazza Garibaldi, si potranno gustare i tipici necci, cioè crêpe di farina di castagne, farciti con ricotta, Nutella o formaggio. Gli stand rimarranno aperti nel pomeriggio, dalle 14:00 alle 19:00.
Altro che cibi molto speziati e con aromi pesanti.Quest’anno sulle tavole degli innamorati trionfano piatti semplici e genuini, preparati con ingredienti naturali e meno sofisticati, adatti a tutti i tipi di innamorati, dai più giovani a quelli più maturi. Secondo 8 chef stellati su 10 (79%) quest’anno a San Valentino vincono tradizione e ricette regionali, realizzate con prodotti legati al territorio - come carciofi, cavolfiore, ma anche melograno e gamberi - preferiti al caviale e ostriche e riconosciuti come alimenti ad alto contenuto afrodisiaco. A San Valentino quest’anno trionfa, quindi, la tradizione culinaria italiana, con i suoi sapori antichi ma rassicuranti e con ingredienti semplici e senza tempo. Gli ingredienti più indicati dagli chef? Carciofi (62%), gamberi (57%), verza (55%), fragole (51%), legumi (47%), cavolfiore (44%), perché sono prodotti con un sapore facilmente riconoscibile (51%), legati al territori o di provenienza (48%), capaci di stimolare la fantasia (35%).
E’ quanto emerge da uno studio promosso da “Polli Cooking Lab”, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, condotto attraverso interviste a 110 illustri chef nazionali per approfondire quale sarà la tendenza a tavola per questo San Valentino.
L’approccio degli chef al San Valentino è diverso di regione in regione: quasi 6 su 10 (58%) proporranno un menù specifico, con percentuali più alte che si registrano in particolare al Nord (64%). Uno chef su 3 (31%) non punterà sull’effetto “San Valentino”, immaginando che quest’anno molte coppie decideranno di organizzarsi a casa o preferiranno andare al cinema. Quali sono le caratteristiche principali per il perfetto “menù degli innamorati”? Leggerezza (45%), semplicità (37%) e legame con il territorio (34%), in linea con le richieste in cucina e le aspettative da parte delle coppie innamorate.
Arcangelo Dandini, responsabile chef del ristorante “Arcangelo” di Roma, ci illustra i suoi consigli per questo San Valentino. “Il melograno, fin dall'antichità, è stato considerato il simbolo dell’eros, del proibito. Quale momento migliore per esaltarlo che la festa degli innamorati? Io inizierei con una insalata di melograno e orzo perlato, continuerei con una vellutata di cavolfiore, caramello al cumino e polvere di caffè. Proseguirei con un risotto, ricci di mare, pomodoro confit e ricotta, poi dei crostacei, dei gamberi cotti in un brodo alla vaniglia e pepe bianco abbinati a delle puntarelle in insalata con carciofi crudi. Concluderei come dessert con un bel cioccolato bianco liquido, capperi, zenzero e olio evo, a cui si può abbinare il succo di melograno per richiamare l'apertura.”
Quali sono i prodotti più utilizzati per la realizzazione del menù di San Valentino? Ai primi posti troviamo carciofi (62%), gamberi (57%), verza (55%), fragole (51%), legumi (47%), cavolfiore (44%) e spezie (44%). Prodotti italiani, classici, ma che combinati in maniera creativa stimolano la fantasia e possono dareun contenuto altamente afrodisiaco.
Per quasi 8 chef su 10 (79%) la tavola degli innamorati per questo 2014 sarà all’insegna della tradizione regionale culinaria italiana. Una tendenza in linea con quella che è la filosofia di molti chef italiani, legati al proprio territorio. E’ questo il caso di Aurora Mazzucchelli, chef stellato del ristorante “Marconi” di Bologna. “San Valentino è una festa molto sentita a livello di ristorazione. I piatti in tendenza devono essere abbastanza leggeri, buoni e belli esteticamente. Punterò principalmente su pesce e verdura, sempre in un contesto di stagionalità e forte legame con il territorio. Partirei con un antipasto di pesce, dove non mancano le olive e i capperi come contorno, per poi passare ad una pasta fresca all’uovo, con ripieni al formaggio, al pesce, oppure gnocchi, evitando paste pesanti. In alternativa, consiglierei una vellutata di zucca, adatta al periodo, gnocchettini di parmigiano o di patate con delle verdure dentro, o anche delle zuppe di cavolo nero e patate”.
Come preparare la tavola il 14 febbraio?“Il San Valentino dovrebbe trovare molto più spazio all’interno della casa o comunque in un ambiente familiare per almeno un membro della coppia. Per riscoprire una certa intimità – afferma la foodblogger Paola Sucato - anche gli oggetti a tavola devono avere un valore intimo e sentimentale: fiori, candele, profumi speziati e della buona musica di fondo non possono non mancare. La tavola, sia essa circolare o rettangolare, ha bisogno di veder valorizzati i due posti, giocando con le luci ed i colori, soprattutto il rosso”. Alcune idee particolari? “Sorpresa, intimità e romanticismo vanno riscoperti – prosegue la Sucato - consiglio quindi di prepararsi già da ora con una serie di oggetti: dai dolci al cioccolato o a forma di cuore, dalle tovaglie particolari che richiamano il concetto di coppia, tutto deve essere improntato sulla sorpresa e sulla riscoperta dell’intimità”.
A trionfare sulle tavole degli innamorati saranno, quindi, iprodotti classici del Made in Italy, diversi a seconda delle tradizioni culinarie che variano di regione in regione, accostati e rivisitati per l’occasione, anche da un punto di vista estetico perché, secondo gli chef, i prodotti italiani hanno un sapore facilmente riconoscibile (54%), sono rassicuranti (49%) e, per l’occasione, capaci di stimolare la fantasia di coppia (36%).
Redazione Floraviva