Crescono le Comunità Energetiche ma non decollano gli impianti da fonti rinnovabili. In Italia sono 1,35 milioni (60 GW di potenza complessiva). Legambiente lancia l’allarme: numeri insufficienti, che rischiano di farci raggiungere l’obiettivo di 70 GW tra 124 anni. Aggiunge Ciafani “Il Governo italiano segua l’esempio del programma europeo Repower EU, smetta di dare priorità alla diversificazione dei paesi da cui acquistare gas fossile e climalterante, si concentri invece sulla semplificazione dell’iter autorizzativo e sulla certezza delle regole”. “L’esempio Toscano della geotermia”

La XVI edizione di Comunità Rinnovabili, il rapporto di Legambiente che dal 2006 racconta lo sviluppo dal basso delle diverse fonti rinnovabili in Italia e quanto di buono si muove nei territori, ci mostra un’Italia da un lato in grande fermento al fine di realizzare impianti da fonti rinnovabili, dall’altro lato numeri sconfortanti rispetto alle capacità di realizzazione, agli obiettivi climatici 2030.
Secondo il dossier in Italia sono presenti 1, 35 milioni di impianti da fonti rinnovabili distribuiti in tutti i comuni, il contributo complessivo che questi portano al sistema elettrico italiano è arrivato nel 2021 a 115, 7 TWh, registrando un incremento di solo 1, 58% rispetto al 2020. Un trend al di sotto degli obiettivi annuali, causato dall’emergenza sanitaria e dal sistema caotico di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dei progetti.
In crescita invece le Comunità Energetiche da fonti rinnovabili: 100 quelle mappate da Legambiente, tra queste 59, censite tra giugno 2021 2 maggio 2022, che vedono coinvolte centinaia di famiglie, decine di Comuni e imprese.
Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, questi numeri sono insufficienti per affrontare il caro bolletta e l’emergenza climatica, soprattutto rischiamo di raggiungere l’obiettivo di 70 GW di nuovi impianti a fonte rinnovabile tra 124 anni, invece che nel 2030. Aggiunge Ciafani “Il Governo italiano segua l’esempio del programma europeo Repower EU, smetta di dare priorità alla diversificazione dei paesi da cui acquistare gas fossile e climalterante, si concentri invece sulla semplificazione dell’iter autorizzativo e sulla certezza delle regole”.
Sono 40 i Comuni 100% rinnovabili e 3493 quelli 100% elettrici.
7127 i Comuni con almeno un impianto solare termico, 7855 i Comuni con impianti solari fotovoltaici, 1523 Comuni con almeno un impianto idroelettrico, 1054 Comuni con almeno un impianto eolico. 4101 Comuni delle bioenergie e 942 comuni della geotermia.
Per Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, questo è il momento di attuare la rivoluzione energetica: le rinnovabili sono ormai mature, il prezzo delle diverse tecnologie è in riduzione, le imprese ci sono.
Molti sono gli esempi di buone pratiche con protagonisti 55 comuni, storie diverse che raccontano come una rivoluzione, per il nostro sistema energetico, è possibile.
In Toscana c’è un nutrito avamposto di comuni considerati 100% rinnovabili da Legambiente, si tratta dei comuni di Castelnuovo Val di Cecina (PI), Monteverdi Marittimo (PI), Pomarance (PI), Santa Fiora (GR) e Monterotondo (GR), comuni che grazie alla geotermia riescono a soddisfare i consumi elettrici e termici dei proprio cittadini.
Legambiente propone di aggiornare il PNIEC con gli obiettivi di de carbonizzazione, autorizzare entro il 2023 progetti di impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di potenza installata. Semplificare e rendere trasparenti i processi autorizzati.
Servono regole che permettono il corretto sviluppo degli impianti agri voltaici ed eolici offshore.
Valorizzare il patrimonio esistente fatto di bacini e pompaggi sotto utilizzati e dichiarare le infrastrutture da fonti rinnovabili d’interesse pubblico prevalente.
Lo sviluppo del nuovo sistema energetico potrebbe essere un modo per risolvere i problemi sociali in Italia. Numerose le emergenze, per questo Governo e autorità competenti dovrebbero definire al più presto tecnicalità e incentivi indispensabili, semplificando le modalità di concessione di finanziamenti, completando il processo di semplificazione delle autorizzazioni, il tutto accompagnato da politiche finanziarie e risorse adeguate alla sfida.

Redazione

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