Castanicoltura, allarme Cinipide: il presidente Signorini scrive a Remaschi
Sulle montagne del pisoiese il quasi debellato "Galligeno" la piccola ‘vespa’ cinese parassita del castagno anche conosciuta come cinipide è ricomparso. Alessio Signorini: «Dobbiamo riattivare l’attività di monitoraggio». Ugo Bugelli «Questa sorta di ‘primavera al contrario’ limita molto l’azione del Torymus sinensis»
Ad affermarlo è Alessio Signorini, presidente dell’Associazione castanicoltori della montagna pistoiese, in una lettera indirizzata a Marco Remaschi, assessore regionale all’agricoltura e politiche per la montagna. «Il Cinipide è ricomparso quest’anno un po’ a macchia di leopardo – spiega Signorini – con la lettera abbiamo comunicato alla Regione una forte recrudescenza degli attacchi di questo parassita sulla montagna pistoiese, ma non solo: segnalazioni ci sono pervenute anche dalla montagna massese, dall’alta Versilia e della Lucchesia, con cui siamo in stretto contatto per le attività di tutela e valorizzazione del castagno e dei suoi prodotti. E in effetti, dopo esserci coordinati, lettere simili sono partite anche dalle associazioni di settore che operano in queste zone. Ciò che chiediamo alla Regione – prosegue Signorini – è di riattivare l’attività di monitoraggio per verificare il grado dell’attacco ai castagni e di individuare le soluzioni per arginarlo, come i lanci dell’antagonista già praticati in passato. Per diffondere il Torymus, siamo disposti ad attivarci sul territorio. Prima, però, dobbiamo attendere le indicazioni del servizio fitosanitario e dell’assessore, a cui abbiamo chiesto anche un incontro per definire le forme di una fattiva collaborazione».
Nel 2012 ci fu un'infestazione tale da azzerare quasi totalmente la produzione e per tanto fu utilizzato il Torymus sinensis, insetto antagonista del Galligeno e come risultato il parassita fu quasi totalmente debellato dalle montagne del pistoiese. Nonostante sia prematuro parlare di allarme, le preoccupazioni dei castanicoltori della montagna pistoiese continuano a crescere.
L’attuale primavera fredda e piovosa avrebbe indebolito l’antagonista essendo quindi la causa del ritorno del cinipide. A spiegarlo è Ugo Bugelli, castanicoltore di Piteglio: «Questa sorta di ‘primavera al contrario’ limita molto l’azione del Torymus le temperature miti di febbraio e marzo hanno provocato lo sfarfallamento anticipato dell’insetto antagonista, che ha una vita limitata e la cui crescita è stata messa in seria difficoltà dalle condizioni climatiche dei mesi successivi, con temperature basse e molto piovosi. Cosa che, peraltro, era avvenuta anche lo scorso anno, quando in effetti avevamo già iniziato a notare un lieve attacco del Cinipide, specie sulle foglie basse».
«Il problema riguarda soprattutto le zone fra i 500 e gli 800 metri, dove c’è la varietà carpinese, come qui a Piteglio – continua Bugelli – non mi sento ancora di fare previsioni su come andrà il raccolto. Però sembra che questa stagione piovosa stia generando anche un altro problema: molte galle del Cinipide si stanno infatti ‘necrotizzando’, segno che con questa umidità, specie nelle zone all’ombra, si sta verificando anche un attacco da funghi. Il timore è che ci sia lo Gnomognopsis, quel fungo aggressivo che, se si propaga al cardo, provoca il marciume delle castagne con danni enormi per il raccolto».
Redazione