Edificio Castelmartini: non può essere trasformato in museo"
LARCIANO - La vigilia di ferragosto si conferma una sorta di primo di aprile per la Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, ma con conseguenze più preoccupanti!
Nel 2019 l’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni annunciava trionfalmente che, di lì a due giorni, sarebbero iniziate le battute al cinghiale nell’area Righetti (che puntualmente si sono rivelate un flop, ma che hanno causato un grave disturbo per la fauna selvatica); quest’anno ci ha pensato il comune di Larciano ad annunciare che il Centro visite della Riserva Naturale diventerà parte di un museo della memoria sull’eccidio del Padule di Fucecchio.
Tanto per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco, gli amici del Padule di Fucecchio sono molto felici che il comune di Larciano, così come altri comuni della Valdinievole, si impegnino per realizzare musei e percorsi della memoria per tenere vivo il ricordo della strage nazifascista avvenuta il 23 agosto del 1944. Va detto peraltro che questo tema trova già una posizione rilevante nelle attività del Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio, che da 30 anni promuove percorsi didattici per le scuole, visite guidate specifiche e iniziative di divulgazione con i ricercatori che hanno studiato quei tragici avvenimenti.
Quello che davvero è incomprensibile è questo metodo di operare, che non tiene minimamente conto di chi fa cosa e di quale sia la destinazione dei beni pubblici. L’edificio di Castelmartini che ospita il Centro di Ricerca è stato costruito per essere un Centro Visite di una Riserva Naturale, a questo scopo è stato finanziato con fondi europei, e come tale è stato progettato. Ma soprattutto come Centro Visite ha svolto in pieno la sua funzione, (fin dal 2013, che è stato inaugurato) perché vi è stato un grande impegno da parte del Centro di Ricerca e dell’associazione Amici del Padule di Fucecchio per garantirne l’apertura al pubblico ogni fine settimana e ogni giorno festivo. Ebbene alla vigilia di Ferragosto il comune di Larciano convoca una conferenza stampa per raccontarci che almeno due stanze del Centro Visite della Riserva Naturale saranno adibite a museo. Dapprima si parla di materiale documentativo dell’eccidio, poi spuntano fuori anche i resti di un mulino romano, che l’amministrazione comunale non sa dove mettere.
Insomma concertazione nessuna, idee poche, ma confuse. E in fondo è il metodo dello spezzatino che stiamo denunciando da anni, dove si operano scelte localistiche senza una visione d’insieme e senza alcuna cognizione sulle finalità di un’area protetta, che in primo luogo ha lo scopo di conservare la biodiversità, bella e preziosa, che ospita. Quindi il problema non sono le due stanze da dedicare (peraltro una è già dedicata ed ospita gli studi pittorici e i calchi effettuati dall’artista Gino Terreni per la realizzazione del monumento di Castelmartini), ma la protervia di chi usa il potere come arbitrio e senza tenere conto, né mostrare alcun rispetto, del lavoro di altri, nel nostro caso reso a titolo gratuito (e naturalmente non ci riferiamo solo al comune di Larciano). O si vuole prendere ad esempio l’edificio della Dogana del Capannone, oggi “Centro di Documentazione sull’eccidio del Padule di Fucecchio”, ma tenuto sempre chiuso? Crediamo che sarebbe opportuno puntare su strategie di cooperazione fra enti pubblici (compresi soggetti associativi con finalità pubbliche) e su una qualificata progettazione a livello comprensoriale, soprattutto quando il tema è così importante e riferibile da un lato ad un evento che ha segnato così profondamente l’identità collettiva dell’intera Valdinievole, e dall’altro alla necessità di difendere i valori fondamentali della resistenza e dell’antifascismo.