A conclusione dell’intervento di recupero e ristrutturazione, il Centro di Salute Mentale (CSM), è stato collocato nel Villino Sassi. Tale ubicazione riporta il primo riferimento per i cittadini con disagio psichico nell'area del "Ceppo". Nella nuova struttura sono stati realizzati moderni e ampi spazi necessari alle varie professionalità afferenti al CSM: medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori.
Il Centro di Salute Mentale è diretto dal dottor Riccardo Dalle Luche, Direttore della unità funzionale complessa Salute Mentale Adulti di Pistoia, con il coordinamento infermieristico del dottor Andrea Sementilli.
All’inaugurazione partecipano, tra gli altri:
Giuseppe Cardamone, Direttore Area Salute Mentale Adulti; Marco Armellini, Direttore Dipartimento Salute Mentale; Daniele Mannelli, Direttore della SDS di Pistoia; Silvia Mantero, Coordinatore Sanitario SDS Pistoia; Monica Chiti, Direttore SOS Pistoia Ospedale San Jacopo; Paolo Cellini, Direttore SOC Pistoia; Paolo Zoppi, Direttore del Dipartimento Infermieristico Ostetrico; Lucilla Di Renzo, Direttore del Presidio Ospedaliero San Jacopo Pistoia e della rete ospedaliera AUSL Toscana centro; Ermes Tesi, Direttore Area Tecnica Pistoia. Sono state invitati i Sindaci del territorio le autorità istituzionali locali e le Associazioni.
L’Inaugurazione avviene in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale.
Redazione
Nel 2021 il contributo delle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è cresciuto solamente dell’1,58% (115,7 TWh) rispetto al 2020. Le ragioni di un tale immobilismo sono da ricondurre principalmente ad iter burocratici obsoleti e farraginosi: più del 70% dei nuovi progetti eolici e fotovoltaici è ancora in corso di autorizzazione, quando al contrario dal 2018 ad oggi si è registrato un aumento delle richieste da parte degli imprenditori pari al 297%. E non perchè gli imprenditori italiani preferiscano investire all’estero: è la burocrazia il vero ostacolo alla realizzazione di questi progetti.
A parlare il Deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi.
Basti pensare che in Italia, in un momento decisivo per l’espansione degli impianti rinnovabili, ci sono oltre 500 i progetti (due terzi dei quali è costituita da impianti per la produzione di fotovoltaico) bloccati da iter burocratici di varia natura, che nella maggior parte dei casi è ancora nelle fasi preliminari o che aspettano la cosiddetta VIA - valutazione di impatto ambientale – per non parlare poi delle situazioni nelle quali è richiesto il nulla osta delle Sovrintendenze, che come noto hanno tempi biblici.
Per entrare nel dettaglio – prosegue Zucconi - chiediamoci quanto dura, a livello nazionale, l'iter autorizzativo per gli impianti di produzione da fonti rinnovabili, incluso l'allacciamento alla rete elettrica: secondo uno studio di Confindustria mediamente più di 6 anni. Se si pensa poi che, una volta ottenuta l’autorizzazione, per realizzare un impianto occorrono ancora circa due anni, ci si rende conto quanto il rischio di trovarsi davanti a una tecnologia appena installata, ma già obsoleta, sia concreto, soprattutto considerando la velocità con cui avanza questo settore.
Ho letto proprio in questi giorni che ci sono 12 impianti fotovoltaici installati da mesi sui tetti dei supermercati nelle province di Livorno, Grosseto e Massa Carrara, per una potenza complessiva di 1.580 Kw , ma che non possono funzionare perché non vengono allacciati alla rete elettrica. A Castiglion della Pescaia (Grosseto) il caso più clamoroso: una pratica è stata avviata il 12 novembre 2011 e quella con l'Agenzia delle Dogane, che deve rilasciare la licenza di esercizio, è partita il 5 aprile 2022. Da allora - e sono passati quasi sei mesi - l'impianto aspetta l'allaccio: ritardi inaccettabili, tanto più in un momento di emergenza come questo.
E pensare che tra l’altro l’ Italia è circondata da 7.456 chilometri di coste, 155.000 chilometri quadrati di acque marittime e 350.000 chilometri quadrati di acque. Un patrimonio non solo naturalistico, ma anche economico, con enormi potenzialità per lo sviluppo della blue e della green economy.
Insomma - conclude il Deputato - inutile parlare di rinnovabili quando poi burocrazia e autorizzazioni varie bloccano tutto: dobbiamo intervenire quanto prima se vogliamo per lo meno stare al passo degli altri paesi e sfruttare al meglio le nostre innumerevoli risorse naturali.
Redazione
Il sondaggio che il Gruppo Italiano Centri Diurni Alzheimer, ha condotto in Toscana e nel Paese ha evidenziato i datti che la pandemia ha fatto sulle strutture per la demenza e sui pazienti in generale, comprese le loro famiglie. Ma mostra anche che, bene o male, anzi più male che bene, i Centri Diurni resistono. La batosta dei rincari equivale però a una lettera di licenziamento generale. O interviene il governo o sono guai seri. Il futuro disgraziato previsto mesi fa è infatti arrivato al galoppo sotto forma di penuria di prodotti energetici e di rincari astronomici, che si aggiungono ai problemi della pandemia. Ovvio che con le bollette alle stelle ogni previsione salta, e che senza il soccorso pubblico anche chi gestisce i servizi per la demenza dovrà rifare molti calcoli al risparmio. Con il rischio concreto di chiudere in compagnia delle aziende fornitrici, buona parte delle quali sono già con l’acqua alla gola. In sintesi, è questa la tragedia epocale che la relazione del geriatra Enrico Mossello presenterà al dibattito del 12° congresso nazionale sui Centri Diurni Alzheimer, in questo fine settimana al Teatro Verdi di Montecatini Terme. Non si scherza. In gioco c’è la sopravvivenza delle strutture, sia dei Centri Diurni che delle Residenze assistite.
Confcooperative Federsolidarietà e Confcooperative Sanità, due delle 19 associazioni nazionali dei gestori dei servizi di assistenza sociosanitaria, hanno già firmato un appello in cui chiedono a Roma sostegno concreto e immediato. Con il rincaro dell’energia prevedono perdite da 10 a 20 euro al giorno per ogni posto letto. Per garantire i servizi adegueranno perciò le rette, aumenti che, senza il sostegno delle Regioni, graveranno inevitabilmente sulle famiglie.
Cose analoghe ribollono anche nella pentola dei Centri Diurni Alzheimer. Il professor Mossello ha coordinato il sondaggio realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, e ora avverte che la nuova emergenza mette a rischio la ripresa dei servizi. Dice: “Per gli operatori, i malati e le loro famiglie era già un percorso a ostacoli. Ma a questo punto la situazione è diventata disperata. Molte strutture saranno presto chiamate a scegliere tra spengere luce e riscaldamento o aumentare le rette. E poiché le famiglie devono già pagare gli aumenti delle utenze casalinghe e il caro vita, i malati rischiano di restare a spasso”.
Nel 2020 la quasi totalità dei Centri Diurni toscani e d’Italia aveva sospeso l’attività con penose conseguenze sui malati rimasti chiusi in casa insieme alla famiglia. La maggioranza dei Centri aveva cercato di metterci una pezza attraverso forme diverse di assistenza, videochiamate e interventi a domicilio. Ma un anno dopo, almeno trenta su cento erano ancora chiuse, mentre le altre avevano sì ripreso l’attività, però con meno ospiti e per meno giorni.
Ad oggi, i Centri chiusi sono circa il dieci per cento, parecchi altri operano a regime ridotto e in vaste aree del paese il servizio manca del tutto da sempre. Non solo non si va avanti. Si sta tornando indietro. Mossello non le manda a dire: “Senza un maggior contributo dal governo e dagli enti locali, si rischia di lasciare di nuovo a casa i malati, mettendo in crisi le famiglie e la stessa sopravvivenza dei Centri Diurni. O c’è una pronta risposta pubblica, o la crisi energetica darà il colpo di grazia a queste strutture che, con fatica, cercano di riprendersi dalla pandemia”.
Redazione
"Nel consiglio comunale del 7 ottobre ho fatto presente alla Giunta la necessità e l'urgenza di convocare un'apposita seduta aperta al pubblico e con possibilità di intervento della cittadinanza o, in alternativa, uno specifico punto dell'ordine del giorno della sessione successiva, per discutere con i cittadini, ripeto, con i cittadini faccia a faccia e sottoponendosi alle loro domande, in merito a quello che si sta per prospettare come l'ennesimo grosso cambiamento, in peggio, anche per il nostro comune, nella gestione dei servizi di interesse generale: la realizzazione imminente della famigerata multiutility dei servizi (rifiuti, acqua, gas, ecc) gestiti in modo privatistico con relativa quotazione in borsa. Si arriverà cioè alla creazione di un maxigestore per la gestione dei servizi pubblici fondamentali di acqua, rifiuti, gas ed energia elettrica, però senza che nessuno abbia mai veramente spiegato alla gente cosa comporti realmente tutto questo in termini di costi e gestione da parte dei comuni. Vi pare giusto? A noi proprio no.
Il confronto dovrebbe avvenire alla presenza e con il formale invito delle associazioni che si interessano da anni della questione. Dato che in altri comuni, si veda Larciano, Agliana, tanto per citarne un paio, (al netto delle associazioni) le amministrazioni hanno giustamente pensato di invitare la cittadinanza in consiglio, non si capisce perchè a Lamporecchio certe scelte non vengano fatte. Il Sindaco, la Giunta, nel loro solito evidente imbarazzo di fronte a domande scomode, si sono rifugiati nelle comuni frasi di circostanza ed hanno fatto generici cenni a commissioni consiliari, che sono l'esatto contrario della partecipazione popolare, poichè chiuse, non aperte al pubblico, senza diretta video; si è pure affermato che l'amministrazione non avrebbe informazioni al riguardo. Ma come? Ma stiamo scherzando?
Qua, evidentemente, e lo abbiamo visto in diverse situazioni (passi carrabili provinciali, Alia, ecc) si accetta politicamente tutto ciò che piove dall'alto, segnatamente dall'area fiorentina, spesso senza un'adeguata quanto ragionevole informativa alla cittadinanza, salvo poi fare il tour dei circoli con bandiera PD alle spalle, con segretari locali e provinciali al seguito, a frittata fatta, per tentare malamente di stoppare i malumori, però solo di fronte ai tesserati o simpatizzanti. Peccato, lo ribadisco, debba essere il consiglio comunale l'unico vero organo rappresentativo dell'intera comunità lamporecchiana, di qualunque colore, votante e non votante.
Questo non è un modo di interfacciarsi con i destinatari di certe decisioni, cioè noi tutti; è necessario un confronto con associazioni preparate sulla questione, con cui l'amministrazione ha il dovere di confrontarsi, invitandole formalmente, alla presenza della cittadinanza, in consiglio, come da me richiesto. Invece si fugge sempre dal confronto diretto, specie su un tema scottante che andrà ad impattare sulla comunità, su tariffe, servizi, potere decisionale delle amministrazioni pubbliche che vedrà, soprattutto per i piccoli comuni, diluirsi fino a scomparire. Sono forme di privatizzazione selvaggia che disattendono, tra le altre cose, l'esito referendario sull'acqua pubblica del 2011, votato dagli italiani.
Qualcuno con questa scelta, a Firenze in primis, ha deciso di quotare in borsa servizi di interesse generale, ha deciso, senza interlocuzione, di allontanare ancora di più la gestione di certi beni pubblici alle amministrazioni locali e quindi alla cittadinanza. E noi cosa facciamo? Stiamo zitti? Vogliamo almeno parlarne ai cittadini? Meno male che il PD "vuole cambiare e tornare tra la gente"...mi domando chi creda ancora a certe affermazioni. Credibilità politica meno venti. Formalizzerò a stretto giro la richiesta, con urgenza.
Un cenno alla seduta consiliare di ieri. Sugli altri fronti, DUP (documento unico di programmazione) su tutti, invito la cittadinanza ad andare su Youtube e visionare il consiglio, sulla pagina Facebook del M5S Lamporecchio e sulla mia c'è il minutaggio preciso (non lo fa nessuno da nessuna parte, sfruttate l'occasione, viene fatto per voi)....ebbene è stata l'ennesima prova per mettere in luce il fallimento di questa amministrazione, hanno aggiunto alla collezione un'altra figuraccia in cui è stata messa in evidenza tutta la loro inconcludenza, le loro scelte politiche disastrose per il territorio. Non è questa la sede per elencarle, già le conoscete, altre arriveranno. Informatevi, leggete, guardate i video, la libertà parte da qui".
Redazione
«Il settore florovivaistico e in particolar modo quello vivaistico è un settore importante: all’incirca 2 miliardi di fatturato, la metà viene esportata con punte come qui a Pistoia anche del 90%. Chi non conosce il vivaismo italiano non fa bene all’Italia, perché oggi abbiamo un settore performante, che dà forza e vitalità a una città importante come quella di Pistoia. Un settore su cui bisogna investire, tanto più alla luce degli obiettivi molto ambiziosi che oggi in Europa si danno sui grandi temi della sostenibilità e se pensiamo al futuro delle città verdi».
È quanto dichiarato ieri ai giornalisti dal presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in occasione del taglio del nastro, ad opera del presidente provinciale Andrea Zelari, della nuova sede pistoiese della Confederazione: in via Venturi 1/A, zona Sant’Agostino di Pistoia. «Mi farò interprete e voce – ha proseguito Giansanti - verso il nuovo ministro dell’agricoltura per portarlo qui a Pistoia e fargli conoscere questa grande realtà».
Andrea Zelari, sottolineando l’importanza di avere consolidato il patrimonio di Confagricoltura Pistoia con l’acquisto di una sede, ha detto: «per noi questa sede vuol dire tanto perché rappresenta il risultato di un grande lavoro fatto da questa associazione. È la riprova che lavorando bene, con un team giovane come abbiamo, si arriva ad ottenere dei risultati molto positivi».
Risultati che sono stati confermati dal direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi durante l’incontro nella nuova sala riunioni che è seguito al taglio del nastro: «dal 2017, anno in cui è stato avviato un percorso di rinnovamento – ha reso noto Lombardi ringraziando uno per uno i giovani e qualificati membri dello staff -, gli imprenditori agricoli nostri associati sono aumentati di circa il 30%».
All’inaugurazione erano presenti, oltre ai vertici di tutti i livelli territoriali di Confagricoltura, fra cui il presidente regionale Marco Neri, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, il presidente della Provincia di Pistoia Luca Marmo e il vescovo Fausto Tardelli. Con loro il direttore della Direzione Agricoltura e sviluppo rurale della Regione Toscana Roberto Scalacci, il presidente del Distretto vivaistico-ornamentale Francesco Ferrini, la presidente della Camera di Commercio di Pistoia e Prato Dalila Mazzi e numerosi esponenti politici, fra i quali sono intervenuti nell’ordine: la consigliera regionale Federica Fratoni, il senatore Patrizio La Pietra e la deputata Erica Mazzetti.
Il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi si è soffermato sul problema principale di questi giorni, il caro-energia, che colpisce tutti, anche gli enti locali e gli altri settori dell’economia, oltre all’agricoltura, e ha detto a proposito di aiuti: «dovremo concertare le scelte e fare presto, perché i margini sono pochi. E anche le associazioni di categoria avranno una loro responsabilità in questa partita». Il vescovo Fausto Tardelli ha osservato che la crisi della guerra in Ucraina ha fatto riscoprire il valore di settore primario dell’agricoltura, perché «prima di tutto dobbiamo mangiare», e messo in evidenza l’importanza dell’«incremento del verde» invitando i vivaisti a perseguire la via della sostenibilità ambientale. Per il presidente della provincia di Pistoia Luca Marmo «l’inaugurazione della nuova sede è un momento importante per Confagricoltura e per tutto il mondo produttivo in questa fase di trasformazione con due sfide principali»: quella di breve periodo del costo dell’energia, «che richiede risposte non tanto sul livello locale e forse neanche sul livello nazionale, ma europeo»; e quella di fare propria «la consapevolezza che il modello economico-sociale incentrato sull’industria pesante non è più compatibile con la salute del pianeta» e che quindi l’agricoltura acquisirà un ruolo più centrale.
Nel suo discorso conclusivo il presidente nazionale Massimiliano Giansanti, che è stato da poco riconfermato vicepresidente del Copa-Cogeca, organo di rappresentanza delle organizzazioni agricole in sede europea, ha affermato che di vivaismo se ne parla troppo poco, nonostante la sua vitalità e il ruolo che ha assunto in relazione agli impegni delle politiche europee per città più green. Così come troppo poco per Giansanti si parla dell’agroalimentare, anche se è il primo comparto in termini di contributo al Pil nazionale ed è passato negli ultimi anni da 27 a 60 miliardi di fatturato, grazie anche alla capacità delle nostre imprese di aggredire i mercati esteri.
«Io mi aspetto tanto dal vivaismo di Pistoia – ha detto Giansanti –, è un settore fondamentale per i futuri assetti urbanistici delle città». «Oggi l’agricoltura – ha aggiunto – è accusata di generare emissioni inquinanti. Sì è vero, ogni attività, anche andare in auto, produce emissioni. Ma c’è un solo comparto che contribuisce ad abbatterle: l’agricoltura e in particolare il settore vivaistico, a cominciare da quello forestale».
Giansanti, dopo aver illustrato in che senso «stiamo entrando in una crisi perfetta» con esempi di aziende agricole in cui l’incidenza sul fatturato dei costi energetici è salita dal 3% al 25%, ha concluso intervenendo su un tema di scottante attualità nel vivaismo pistoiese: il decreto 198 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti fra imprese agricole. Con riferimento al settore vivaistico, «la normativa sulle pratiche sleali – ha detto il presidente di Confagricoltura - va modificata, perché rischia di scardinarlo».
Sulla pagina Facebook di Confagricoltura Pistoia si può vedere la ripresa in diretta dell’incontro con tutti gli interventi.
Redazione
La Federazione Provinciale del PCI (Partito Comunista Italiano) di Pistoia annuncia l’inaugurazione di una nuova sezione del PCI a Quarrata, dopo oltre 30 anni. Venerdì 07 ottobre alle ore 21,00 presso la Casa del Popolo di Quarrata, Via Galilei, 13 – Quarrata (PT). Sarà presente, oltre ad alcune rappresentanze di liste di sinistra, il Sindaco di Quarrata, Gabriele Romiti, che porterà il saluto e il benvenuto dell’Amministrazione comunale. Interverranno Paolo Zara, Segretario provinciale del PCI, e Nuccio Marotta della Segreteria regionale del PCI.
Redazione
È in occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti, celebrata il 5 ottobre, che nella sede di Uniser a Pistoia, la Fondazione Caript ha incontrato dirigenti scolastici e docenti con un duplice obiettivo: far conoscere la grande offerta di attività educative di cui le scuole possono usufruire e raccogliere indicazioni su come migliorare i progetti che vengono realizzati a favore del sistema dell’istruzione.
Oltre alle iniziative che sono direttamente attivate dalla Fondazione, attraverso specifici bandi, si tratta di un’ampia proposta che è sviluppata dalle società strumentali della Fondazione che operano anche in questo ambito: Uniser, Gea e Pistoia Musei.
Per la Fondazione in primo piano sono l’Accademia Giovani per la Scienza, che offre a 41 studenti di scuole superiori pistoiesi un percorso biennale o triennale di alta formazione e il concorso Sì ... Geniale!, che ogni anno coinvolge centinaia di classi di tutto il territorio nella realizzazione di prodotti dell’ingegno. Per la partecipazione a Sì … Geniale a breve sarà aperto il nuovo bando, mentre nella prima settimana di maggio è già programmata la mostra Il Giardino delle Invenzioni, allestita nel convento di San Domenico a Pistoia per presentare alla cittadinanza quanto hanno realizzato le scuole.
Per quanto riguarda Uniser, con Carme, il centro avanzato dedicato all’apprendimento della matematica, ricercatori dell’Università di Pisa realizzano corsi per docenti di scuole pistoiesi di ogni ordine e grado per migliorare l’insegnamento di questa materia. Molto significativa, inoltre, è la proposta di seminari che si svolgeranno in presenza con importanti relatori, come la professoressa Nathalie Sinclair dell’Università di Vancouver, che farà sperimentare app di sua invenzione per facilitare lo studio della matematica. Un seminario di Roberto Natalini, direttore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo "Mauro Picone" del Cnr, con la partecipazione di disegnatori affermati, sarà incentrato su fumetti e matematica.
Nell’aula sperimentale di Carme, allestita a Uniser, è inoltre già avviato il progetto Dyna Mat, dedicato a come superare le difficoltà nell’apprendimento della matematica.
Anche Gea, altra società strumentale della Fondazione, propone un’ampia offerta per le attività educative, con iniziative gratuite modulate sulle esigenze di tutte le scuole, da quelle dell’infanzia alle superiori. I percorsi didattici affrontano tutti gli aspetti legati al “green”, spaziando dal ciclo di vita delle piante all’educazione alimentare. Per le scuole superiori sono proposti specifici progetti, più strutturati e di più ampia durata, per orientare gli studenti nella scelta dei loro percorsi formativi futuri.
Pistoia Musei, il braccio operativo della Fondazione nell’ambito della cultura, lega la propria offerta educativa alle mostre allestite a Palazzo de’ Rossi, nell’Antico Palazzo dei Vescovi e a Palazzo Buontalenti, mettendo a disposizione anche il nuovo museo di San Salvatore, dedicato alle epoche più remote.
L’offerta complessiva spazia da visite guidate svolte in forma di dialogo a laboratori per esperienze pratiche, includendo molte altre iniziative, come giornate di formazione con artisti ed esperti del mondo dell’arte e progetti che hanno per protagonisti gli stessi studenti, coinvolti in prima persona anche nella programmazione delle attività dei musei.
Sono solo alcuni esempi di tanti progetti che sono proposti alle scuole pistoiesi e che compongono un’offerta educativa molto articolata. Perché siano veicolati al meglio nel mondo della scuola, è in via di preparazione un vettore multimediale che presenterà in modo organico tutto quanto viene realizzato, in questo ambito, dalla Fondazione e dalle sue società strumentali.
Redazione
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