Il vicesindaco segnala i rischi dei nuovi criteri nazionali, ma la montagna di Pescia resta una realtà complessa che va oltre il dibattito del momento.
La nuova legge sulla montagna (131/25) entra nel dibattito locale anche a Pescia, dopo l’intervento del vicesindaco con delega alla montagna, Luca Tridente, nel corso della seduta della Consulta della Montagna. Al centro delle sue dichiarazioni, la preoccupazione per i criteri di classificazione definiti a livello nazionale, ritenuti penalizzanti per molte realtà oggi riconosciute come montane.
Secondo Tridente, le indicazioni emerse dal tavolo ministeriale rischiano di ridurre in modo significativo il numero dei Comuni ammessi ai benefici previsti, con conseguenze dirette sull’accesso ai fondi statali, già giudicati insufficienti. Una posizione che si colloca su un piano ampio, attenta agli equilibri generali e al confronto istituzionale che si aprirà nelle prossime sedi nazionali.
Resta però sullo sfondo una realtà che, nel caso di Pescia, presenta caratteristiche consolidate e storicamente complesse. Il Comune pesciatino è infatti quello che, in rapporto alla popolazione, dispone della maggiore estensione di territorio montano dell’intera provincia di Pistoia, con problematiche strutturali legate a viabilità, servizi, manutenzione e presidio del territorio che da tempo richiedono risposte mirate. Una specificità che difficilmente può essere ricondotta a schemi generali o a criteri uniformi.