A Collodi l’artista, islandese nata in Lussemburgo, ricama il quotidiano e trasforma creature minime e simboli antichi in opere poetiche.
Entrare nell’atelier di Tinna Kravan, a Collodi, è come visitare un piccolo pianeta costruito a sua misura: silenzioso, essenziale, abitato da dettagli che diventano narrazioni. Islandese ma nata in Lussemburgo, dopo una lunga formazione tra Lussemburgo, Paesi Bassi e Islanda ha lavorato come costumière a Reykjavík, sia nel teatro sia all’Opera Nazionale. Per alcuni anni è stata anche guida nel museo del folklore islandese, forte della padronanza di sette lingue, raccontava mille anni di storia e resilienza del popolo nordico.

Da quando vive a Collodi, Tinna ha trovato un ritmo nuovo e uno spazio che accoglie la sua poetica. Qui prosegue la ricerca iniziata con Piccole cose grandi, la mostra di cyanotipie esposta da Alma a Pescia: immagini blu ottenute con una tecnica ottocentesca che celebrano insetti e creature minime, che l’artista definisce “affascinanti, indaffarate e belle, che fanno girare il mondo”.

Accanto alle cyanotipie e ai collage stagionali del progetto A Year Pinned to Pain, oggi il ricamo è diventato uno dei suoi linguaggi principali: piccoli gesti che trasformano oggetti semplici del quotidiano in micro-storie visive.


Nel suo atelier prendono forma anche le sue carte Lenormand, ispirate a un antico sistema simbolico nato in Europa nel Settecento e legato alla figura della celebre cartomante Marie-Anne Lenormand. Le sue reinterpretazioni sono realizzate con linoleum inciso e stampa manuale, un processo lento e materico che rispecchia il suo modo di lavorare.



Chi desidera approfondire il suo mondo può visitare il sito www.tinnakvaran.com.
Tinna è un’artista multimediale che sperimenta, osserva e costruisce attraverso una cura acuta del dettaglio e una precisione che rende grandi anche le cose più piccole.


