alessandro tomasi

Festeggiamo la nostra democrazia e i principi che la sorreggono. Festeggiamo la Liberazione. Viva la Libertà. Viva l’Italia.

Il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi ha tenuto un discorso in occasione della festa della Liberazione, il 25 aprile 2023. Nel suo intervento, il sindaco ha ricordato le persone che hanno combattuto per la Libertà e ha spiegato il significato delle celebrazioni del 25 aprile, sottolineando l'importanza della memoria storica e dei valori costituzionali. Il sindaco ha anche parlato del rapporto tra giovani e istituzioni e ha chiesto ai ragazzi di essere capaci di cambiare in meglio la società in cui viviamo. Inoltre, ha posto l'accento sulla necessità di tutelare l'ambiente e ha ribadito che il valore della Libertà è irrinunciabile. Infine, ha concluso affermando che il 25 aprile non è divisivo, ma unisce tutti intorno alla tutela dei diritti fondamentali.

Il discorso integrale del sindaco di Pistoia  Alessandro Tomasi per la commemorazione del 25 aprile
Buongiorno a tutti,
ringrazio le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d’arma, l’Anpi, tutti i membri del Cudir e i cittadini presenti stamani.
Oggi siamo qui, insieme, a festeggiare il 25 aprile, a ricordare le persone che hanno combattuto per la Libertà: i partigiani di tutte le estrazioni politiche e culturali, i soldati, le persone comuni che hanno sofferto il dramma della guerra, dei bombardamenti, e che hanno perso i propri cari in guerra.§Sono i padri, le madri, i figli e le figlie che non sono tornati a casa, che sono stati fucilati, che sono rimasti sotto le macerie, che sono diventati memoria da custodire, tramandare, coltivare e che, proprio attraverso la memoria che combatte l’indifferenza, sono diventati i nostri padri, le nostre madri, i nostri figli e le nostre figlie.
Siamo qui a festeggiare la Liberazione, ma non lo facciamo soltanto oggi. La nostra comunità, infatti, lo fa durante tutto l’anno con moltissime iniziative e cerimonie organizzate da tante associazioni e dalle istituzioni.
Non so se altrove avvenga altrettanto, con la stessa qualità e quantità che abbiamo qui a Pistoia. Mi auguro di sì, naturalmente.
Ma perché lo facciamo?
Perché ricordiamo gli eventi attraverso la nostra presenza nei luoghi delle stragi, delle fucilazioni, e attraverso i simboli, come le targhe e i monumenti apposti e inaugurati in varie zone della città?
Perché, ad esempio, ricordiamo la strage di San Lorenzo? Perché ricordiamo i nomi e le storie delle vittime civili fucilate?
Storie come quella di Maria Tasselli che si sostituì alla figlia incinta messa contro il muro dai tedeschi.
Lo facciamo, certo, per ricordare il fatto storico, affinché non se ne perda memoria e se ne abbia consapevolezza.
Lo facciamo per rendere onore a questi caduti.
Lo facciamo per condividere il dolore dei discendenti di queste persone.
Ma lo facciamo, soprattutto, per ricordare che il male non è mai del tutto sconfitto.
Perché quella strage, quelle stragi, sono state commesse da uomini. Non da entità sconosciute. Da uomini mossi da ideologie e dalla guerra.
Quell’orrore che pensiamo così inumano, è stato commesso dall’umanità.
Perché ricordiamo i bombardamenti di Pistoia?
Lo facciamo, certo, per ricordare le vittime di quelle atrocità e la distruzione di alcune parti della nostra città.
Ma lo facciamo anche per dire a noi stessi che i nostri nonni, i nostri padri sono stati sfollati, hanno avuto paura delle bombe e anche per questo, al di là di come ognuno di noi la pensi, non possiamo che essere oggi umani e solidali con chi è sotto le bombe in questo momento.
Perché celebriamo al monumento votivo militare brasiliano i caduti dell’esercito del Brasile che vennero a combattere in Italia?
Certo, per onorare chi all’epoca ha lottato al nostro fianco per la Libertà, per ricordare i fatti storici.
Ma lo facciamo, soprattutto, per ricordarci che c’è una fratellanza suprema tra i popoli che resiste a tutte le differenze e le distanze. Una fratellanza che dovremmo sempre coltivare, perché inaspettatamente chi ritieni lontano e differente da te, è invece colui che combatte fianco a fianco per i tuoi stessi valori. Quei valori che sono alla base del nostro essere tutti fratelli.
Perché ricordiamo le figure dei partigiani, come ad esempio quella di Silvano Fedi, proclamato cittadino illustre dal Consiglio comunale di Pistoia?
Per fare chiarezza sulla vicenda storica? Certamente.
Lo facciamo anche per legare la storia del Paese con quella cittadina, per ricordare la storia locale, cosa avvenne in quegli anni a Pistoia, insignita della Medaglia d’Argento al valor militare per la guerra di Liberazione.
Ma lo facciamo soprattutto per riflettere su noi stessi, su cosa faremmo noi se in caso di pericolo fossimo chiamati a difendere valori universali, collettivi, oltre la nostra singola esistenza.
Faremmo quello che fecero Silvano Fedi e altri nostri concittadini, che per noi sacrificarono la vita?
Saremmo disposti anche noi a mettere in discussione la nostra vita, le nostre certezze, per un’idea?
Cosa stiamo facendo noi per non far seccare i frutti della Libertà che altri ci hanno dato?
Uno di questi frutti è la Costituzione. Cosa stiamo facendo per coltivare i principi costituzionali?
Articoli 1 e 4
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul Lavoro (1)
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società. (4)
Il lavoro come diritto e come dovere. Come pilastro della nostra Repubblica. Il lavoro come unico mezzo per avere dignità. Cosa stiamo facendo perché sia davvero così? Perché il lavoro sia davvero un diritto di tutti?
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Cosa stiamo facendo noi perché davvero non ci siano discriminazioni?
Articolo 9
(…) La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.
Cosa abbiamo fatto perché sia davvero così? Poco, pochissimo, tant’è che i nostri padri e adesso noi non stiamo tutelando i nostri figli. Sull’ambiente, siamo in grave ritardo.
Parlare di futuro è solo un alibi per spostare l’asticella ancora un po’ più avanti. Per prendere tempo. Per rimandare. E non ce lo possiamo permettere.
Questa riflessione – sulle nostre azioni, sulle nostre responsabilità – è alla base della consegna del testo della Costituzione che facciamo con il Cudir ai neodiciottenni pistoiesi.
Ai ragazzi abbiamo scritto una lettera che accompagna questo dono.
Ve ne leggo una parte:
Tramite i principi e i valori contenuti nella Costituzione, siate capaci di cambiare in meglio la società in cui viviamo e di essere persone consapevoli, innamorate della nostra Patria, l’Italia. Voi avete tra le mani un potere immenso, perché siete il nostro futuro. Non fermatevi agli esempi mediocri, andate oltre e guardate ai nostri padri costituenti che convintamente superarono il singolo e particolare interesse per trovare una sintesi condivisa che potesse garantire al nostro Paese delle solide fondamenta.
La Costituzione italiana ci ricorda che come cittadini abbiamo diritti ma anche doveri ed è proprio nella capacità di onorare questi ultimi che si misura la vostra coscienza e la vostra capacità di far parte di una comunità con regole che, se rispettate, tutelano i più deboli.
Ho fiducia nei nostri ragazzi. Loro possono fare meglio di noi.
Quest’anno abbiamo fatto un piccolo “esperimento” che vorrei sviluppare nelle prossime occasioni perché lo ritengo un modo per misurare quanto certi valori siano “attaccati” o meno alla pelle dei nostri giovani e quanto noi abbiamo lavorato bene affinché questi valori siano diffusi tra le nuove generazioni.
Abbiamo chiesto ad alcuni studenti: cos’è il 25 aprile? Cos’è la Costituzione?
Voglio leggervi alcuni pensieri della 5ᵃ A del Liceo Forteguerri e ne approfitto per ringraziare la professoressa Alessandra Pastore per la disponibilità dimostrata.
Questi hanno più valore del nostro pensiero.
1) Libertà. Questo significa il 25 Aprile. Libertà, perché in fondo è questo il bene più prezioso per un essere umano. Libertà di poter esprimere liberamente il proprio pensiero, libertà di poterla pensare diversamente, libertà di potere scegliere cosa fare della propria vita.
Diritti. Questo significa il 25 Aprile. Diritti, perché sono alla base della dignità della persona. Diritto di voto, diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto ad un’istruzione pubblica e gratuita, diritto ad una giustizia equa, diritto di riunirsi e associarsi liberamente.
Uguaglianza. Questo significa il 25 aprile. Uguaglianza, perché è la condizione fondamentale per una società democratica. Uguaglianza di fronte alla legge; uguaglianza tra i cittadini, tutti con gli stessi diritti e doveri.
Tutto questo è sancito dalla nostra Costituzione, che è stata possibile grazie alla Resistenza al nazifascismo, grazie all’impegno dei partigiani, di chi non si è voltato dall’altra parte e ha deciso che quello era il momento di lottare per lasciare un futuro migliore ai propri figli.
2) Il 25 Aprile celebriamo la Festa della Liberazione, un anniversario importante con cui annualmente ricordiamo la liberazione dell'Italia dal nazifascismo.
Questo giorno però non deve
essere soltanto una data commemorativa ma un'occasione di riflessione continua per ogni cittadino italiano. Questa festa nazionale infatti è oggi possibile grazie a tutti coloro che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno combattuto e dato la loro vita per fondare un'Italia democratica, basata sul rispetto dei diritti umani e della libertà individuale. Penso che dovremmo sempre ringraziare e ricordare gli italiani che fecero dell'Italia un paese libero e in loro memoria dobbiamo conservarne l'eredità: la Costituzione. Questo dono pensato per le generazioni future, come diceva Piero Calamandrei, "è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Vorrei infine ribadire l'importanza del nostro impegno per la memoria e la denuncia delle atrocità che migliaia di innocenti hanno dovuto subire per ottenere la libertà, citando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che qualche giorno fa è intervenuto alla cerimonia conclusiva della Marcia dei vivi ad Auschwitz-Birkenau: "Ricordare è dimensione di impegno, è dimostrazione che contro gli araldi all'oblio la memoria vince per affermare l'orgoglio di essere persone umane, per ripetere e ribadire: mai più".
Da questi primi esempi si vede forte come il valore della Libertà sia irrinunciabile e come i giovani facciano riferimento alle istituzioni.
Prima di salutarvi, lasciatemi condividere un’ultima riflessione.
Lo dico da sindaco. Per me il 25 aprile non è divisivo. Per capirlo basta ascoltare la voce delle persone. A me basta parlare con voi, con i miei concittadini per capire che il 25 aprile unisce. Penso che la gente non si preoccupi di una discussione sulla Liberazione fine a se stessa, ma si preoccupi invece della tutela e della garanzia di quei diritti che da questa data, e dal sangue di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per gli altri, sono nati.
Credo che su questo non possano esserci divisioni.
Oggi stiamo tutti festeggiando. Festeggiamo la nostra democrazia e i principi che la sorreggono. Festeggiamo la Liberazione.
Viva la Libertà.
Viva l’Italia.

Redazione

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