Il piano operativo, si legge nella nota dell’amministrazione pesciatina, è perfettamente aderente a una concezione che vuole evitare il consumo del territorio, che intende recuperare il massimo possibile dell’esistente e che prevede forme di intervento che non siano slegate fra loro ma sempre funzionali a un progetto complessivo a vantaggio della comunità. Il piano operativo ha ricevuto 200 osservazioni alla regione ed ha regolato sia la parte rurale, urbanistica e paesaggistica. Manca però la definizione della viabilità su Collodi. Dei 60mila mq previsti dal piano strutturale ne verranno realizzati, nel corso della durata del PO, solamente 20mila mq, con una riduzione, pari a 2\3, di quanto previsto in precedenza. Sono 31mila mq di recupero edilizio.
Tutti temi, si legge nella nota, sono stati condivisi dalla parte politica che guida il comune di Pescia, che si è confrontata con molti soggetti ed ha elaborato, attraverso la parte tecnica, l’applicazione di quanto indicato nel piano strutturale, nel documento di avvio del Piano Operativo e nella serie importante di normative in materia. Nel piano, sono stati regolamentati tutti gli interventi legati alle attività agricole, da fare con e senza piano aziendale, e quelle agricole a carattere familiare , gli annessi, le addizioni funzionali alle abitazioni esistenti non agricole, ha fornito indirizzi e obbiettivi di tutela paesaggistica. Nel territorio urbano ha dato regole per il centro storico di Pescia e di Collodi e per tutti i centri storici della Svizzera Pesciatina, oltre a regolamentare gli interventi sul patrimonio edilizio di valore storico architettonico tipologico presenti nel territorio rurale e nel territorio urbano, con una attenzione particolare alla tutela attiva dello stesso cercando di conciliare il recupero con il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente, introducendo anche deroghe ai parametri edilizi di carattere igienico-sanitario per facilitare il riuso dei manufatti. Una particolare attenzione è stata dedicata a una nuova esigenza, emersa dal periodo pandemico, ovvero la creazione di una serie di servizi adeguati per utilizzare spazi esistenti o nuovi per lo smartworking, che è ritenuta dall’amministrazione una vocazione naturale della Montagna Pesciatina.
Anche per Alberghi, Veneri e Ponte all’Abate, è pianificata la rigenerazione urbanistica di parti semi abbandonate ex agricole, ma in ogni caso il lavoro di riqualificazione e ricucitura del territorio riguarda indistintamente ogni zona. Gli interventi verranno attuati in buona parte con il criterio della compensazione e della perequazione urbanistica attraverso convenzioni e accordi fra il pubblico e il privato, essendo questo oggi l'unico modo per fare pianificazione urbanistica. Una caratteristica importante presente nel nuovo strumento urbanistico pesciatino è il contenimento della possibilità di intervento diretto, delegando appunto a una concertazione e una pianificazione d’area l’esecuzione dei vari interventi previsti. In questo contesto una situazione non definita è la nuova viabilità di Collodi, per la quale si attende ancora lo studio di fattibilità degli enti preposti e quindi la discussione su un concreto progetto di intervento da inserire poi nello stesso strumento urbanistico.
Contrariamente a quanto qualcuno ha tentato di dire, il nuovo Piano Operativo è giustamente orientato al contenimento del consumo del territorio. Delle iniziali previsioni di nuove costruzioni ipotizzate nel Piano Strutturale, ovvero 60mila mq, ne verranno realizzati, nel corso della durata di vigenza di questo strumento, solamente 20mila mq, operando una drastica riduzione, pari a 2\3, di quanto previsto in precedenza. Un dato invece molto rilevante sono i 31mila mq di recupero edilizio, in grado di cambiare volto alla città in maniera moderna e definitiva, anche per quanto riguarda gli aspetti produttivi, commerciali e di tutti i servizi di cui la società moderna necessita.
“Arriviamo a centrare un altro importante punto programmatico del nostro mandato – sottolineano il sindaco di Pescia Oreste Giurlani e il vicesindaco con delega all’urbanistica Aldo Morelli- grazie al grande lavoro dei tecnici incaricati e del consiglio comunale, anche nell’ambito delle commissioni. Chi in passato ha cercato facili critiche lo ha fatto semplicemente non conoscendo i risvolti tecnici del Piano Operativo e l’impegno nostro per realizzare uno strumento certamente moderno e flessibile, che punta al recupero del patrimonio edilizio dismesso, che riduce drasticamente la possibilità di nuove costruzioni e che asseconderà un nuovo rilancio del territorio rispetto alle sempre più intense esigenze che la nostra realtà richiede di soddisfare”.
Redazione