Confesercenti interviene sul dibattito aperto in seguito alla nuova disposizione del mercato settimanale, che si è rivelata utile ai banchi e ai negozi di Pescia. Confesercenti ricorda che anche gli ambulanti sono imprese e pagano le tasse ed aggiunge che una città più viva non può certo danneggiare il commercio.
Confesercenti risponde alle recenti accuse mosse da Oliviero Franceschi, ricordando che l'associazione svolge un’attività, «forse meglio dire missione, di tutela delle imprese, per aiutarle a crescere, senza distinzione di appartenenza politica e proprio per questo siamo sempre stati aperti al confronto e inclini a trovare soluzioni condivise.»
La scelta dell’amministrazione comunale di sperimentare una nuova sistemazione dei banchi del mercato ha trovato così il consenso da parte degli operatori di Confesercenti, sia ambulanti sia negozi, proprio perché indirizzata ad evitare una dequalificazione totale del mercato, scongiurando un’ulteriore perdita di valore dei posteggi e disincentivando un'altrimenti inevitabile svendita a soggetti che non darebbero lustro al mercato stesso.
In risposta a Franceschi, Confesercenti ricorda che anche gli ambulanti sono imprese e pagano le tasse: «se parliamo per esempio di suolo pubblico, non è che a Pescia sia particolarmente conveniente.»
In risposta a Franceschi, Confesercenti ricorda che anche gli ambulanti sono imprese e pagano le tasse: «se parliamo per esempio di suolo pubblico, non è che a Pescia sia particolarmente conveniente.»
Confesercenti dichiara di parlare sulla base di dati oggettivi, dichiarati dai suoi soci: come è vero che gli ambulanti hanno trovato dei vantaggi, è anche vero che il commercio in sede fissa e i pubblici esercizi non hanno subito danni. «Le imprese che rappresentiamo sostengono che il mercato oggi ha più frequentatori, e ci sembra veramente un controsenso affermare che una città più viva danneggia il commercio.»
Redazione