La protesta di una coppia di Massa e Cozzile alle prese col Covid e i silenzi dell’Asl: «In una settimana nessuno ha risposto a telefonate e mail».

Ancora proteste per la gestione della pandemia da parte dell’Asl. A volte al covid si aggiungono i disservizi del sistema sanitario. Come è successo a una coppia di Massa e Cozzile che il 28 dicembre scorso ha scoperto di essere positiva al virus.
«Con coscienza – spiega la moglie – ci siamo subito isolati in mansarda per poter tutelare le figlie negative. Avendo entrambi con febbre alta e tosse e dolori alle ossa, abbiamo subito contattato il medico di famiglia che però ci ha detto che dovevamo fare il tampone molecolare».
Così il 30 marito e moglie si sottopongono al tampone e per Capodanno arrivano i risultati. «Ma nessuno ci ha mai contattato – prosegue la donna – per farci sapere cosa dovevamo fare. Oltre all’isolamento che già avevamo messo in atto, ho chiamato tutti i numeri possibili della Regione Toscana che sono riuscita a trovare in rete. Una gentile impiegata del comune di Massa e Cozzile mi ha spiegato che avrei dovuto chiamare il dipartiento di igiene sanità pubblica di Villa Ankuri e che fino al momento in cui la Asl non avvisava il comune noi non risultavamo positivi legalmente (infatti i nostri green pass per assurdo sono ancora validi) e di conseguenza non potevano nemmeno fornirci i sacchi rossi di Alia. Così abbiamo compilato via Internet la richiesta ad Alia ma ancora non abbiamo ricevuto nulla. Ho provato a contattare Villa Ankuri sia per telefono che tramite mail, ma nessuno ha mai risposto al telefono, nè alla posta elettronica. Così ho chiamato il distretto Asl di Montecatini Terme e l’impiegata del centralino quando ha sentito il motivo della chiamata ha risposto anche in maniera seccata dicendo che si è anche scocciata di ricevere telefonate più o meno del solito tenore e che lei non poteva farci nulla. Così noi dopo quasi una settimana di positività ancora non sappiamo cosa fare».

Redazione

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