rete zero pfas toscana

Greenpeace presenta la mappa della contaminazione da PFAS: Pistoia è tra i comuni virtuosi con acque potabili in fascia verde, mentre Montale desta preoccupazione per il legame tra inquinamento e inceneritore.

Greenpeace ha diffuso la prima mappa della contaminazione da PFAS delle acque potabili in Toscana. Le PFAS, note come "inquinanti eterni", sono sostanze chimiche altamente persistenti, legate a gravi rischi per la salute umana e ambientale. Dall’analisi emerge che oltre l'80% dei campioni in Toscana risulta contaminato. Pistoia è stata classificata in fascia verde, evidenziando un basso livello di contaminazione, mentre Montale desta preoccupazione per la possibile connessione tra PFAS e il prolungato utilizzo dell’inceneritore. Tra le zone più critiche si segnalano Arezzo, Prato e Lucca, con inquinamento legato a industrie locali, e Firenze, con rilevanti livelli di PFAS nei prelievi dall’Arno.

Le PFAS, tra cui PFOA e PFOS, sono sostanze chimiche che si diffondono attraverso aria e acqua, penetrando nella catena alimentare e accumulandosi nel corpo umano. Queste molecole sono collegate a gravi effetti sulla salute:

  • PFOA: classificato come cancerogeno.
  • PFOS: possibile cancerogeno.
  • Altri PFAS: interferiscono con il sistema endocrino, causando problemi alla tiroide, al fegato, al sistema immunitario e alla fertilità.

La Toscana tra le Regioni più Colpite

In Toscana sono stati prelevati 31 campioni ben 25 sono risultati positivi ai pfasoltre l’80% dei campioni analizzati in Toscana risulta positivo ai PFAS. Tra i comuni più colpiti:

  • Arezzo: livelli fuori norma attribuiti alla presenza di industrie galvaniche.
  • Prato e Lucca: possibili correlazioni con i settori tessile e cartario.
  • Montale: preoccupazioni legate al lungo utilizzo dell’inceneritore.
  • Firenze: livelli elevati di TFA (acido trifluoroacetico), una molecola derivante dalla degradazione dei PFAS a catena lunga, rilevati nelle acque potabili che provengono dall’Arno.

Qui il Tableau  Public Acqua senza veleni


Normative Europee: Un Passo Avanti, ma Non Abbastanza

Molte nazioni europee, ma anche gli Stati Uniti, hanno adottato limiti molto più bassi, tant’è che se tali limiti fossero adottati in Italia molte delle nostre acque potabili sarebbero fuori legge. Questi i limiti europei per le PFAS nelle acque potabili che entreranno in vigore nel 2026:

  • 0,5 µg/L per PFAS totali.
  • 0,1 µg/L per la somma di alcune sostanze.

Tuttavia, il numero totale di PFAS conosciuti supera le 10.000 molecole, lasciando fuori molte sostanze che potrebbero essere altrettanto pericolose.

Le più recenti ricerche scientifiche suggeriscono che i limiti stabiliti dalla normativa europea siano già inadeguati per proteggere la salute umana.

  • Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA): Le soglie di assunzione settimanale sicura raccomandate sono estremamente basse, pari a 4,4 nanogrammi per chilo di peso corporeo per solo quattro sostanze (PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS).
  • Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA): Anche l’EEA sottolinea che i limiti previsti per il 2026 potrebbero risultare insufficienti per garantire la salute pubblica.

La Sfida della Regolamentazione dei PFAS

La complessità della regolamentazione dei PFAS deriva dalla loro estrema resistenza alla degradazione e dalla loro capacità di accumularsi nell’ambiente e negli organismi. Queste sostanze, comunemente utilizzate in molti processi industriali, sono presenti in numerosi prodotti di uso quotidiano, dai tessuti impermeabili ai rivestimenti antiaderenti.

La Rete Zero PFAS Toscana, supportata da Greenpeace, ha avanzato richieste chiare:

  1. Monitoraggio completo delle acque in ogni comune della regione.
  2. Pubblicazione trasparente dei dati da parte di ASL e gestori idrici.
  3. Leggi per vietare la produzione e l’utilizzo delle PFAS.

Il Comune di Pistoia ha approvato la mozione sul monitoraggio Pfas 

Redazione


 

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