La nuova Giunta Franchi debutta, ma FdI attacca parlando di equilibri fragili e assenza di visione: deleghe ridisegnate e molte incognite.
PESCIA – Una volta, quando si parlava di “pesciatini”, si pensava ai ravioli di carne, burro e salvia o al pomodoro: un primo piatto chiaro, senza improvvisazioni. Oggi, invece, a Pescia si è fatto il rimpasto. E in politica, più che una pietanza pensata, sembra spesso un modo per usare ciò che c’è sul momento, senza curarsi troppo del gradimento dei commensali. Anche la politica, ormai, pratica il riuso: non è detto che sia un male, ma dipende sempre da come si mescolano gli ingredienti. E chissà: con la ricetta giusta, persino un rimpasto può diventare un piatto migliore.
Ieri il sindaco Riccardo Franchi ha presentato la nuova Giunta. Oggi è arrivato prima il comunicato di Fratelli d’Italia, poi quello del Comune. Basta questo per capire come si muove il racconto.
Tre gli ingressi:
Claudia Massi a Cultura, Turismo e Gemellaggi;
Matteo Carlo Leggio ad Associazionismo, Commercio, Pubblica Istruzione, Attività Produttive, Sviluppo Economico, Giovani e Innovazione;
Giacomo Ghilardi – ex assessore a Buggiano e funzionario regionale – ad Ambiente, Agricoltura, Comunicazione, Energie Rinnovabili, Mobilità e Trasporti.
Al sindaco restano Affari Generali, Lavori Pubblici, Sicurezza, Sanità e le altre deleghe più robuste.
Franchi rivendica di aver dovuto affrontare “gravissime emergenze”: bilancio, MEFIT, Ponte dei Marchi, varianti urbanistiche, ampliamento Verallia, Ponte all’Abate. L’elenco è preciso, ma del menù futuro niente: cosa resta da fare e quale città questa squadra dovrebbe costruire non viene detto.
Nemmeno l’opposizione entra davvero nel merito. Denuncia l’assenza di progetto, ma evita i buchi neri che tutti conoscono: sviluppo urbano, identità culturale, il Pinocchio di Collodi con la sua Fondazione, rilancio economico, infrastrutture. Temi evocati, mai descritti.
Su questo terreno Fratelli d’Italia, attraverso la nota firmata da Letizia Bagnoli, parla di “equilibri fragili”, “assenza di visione” e di un rimpasto che appare come “l’ennesimo giro di poltrone”, ben lontano da un vero rilancio. Un giudizio duro, già anticipato nei mesi scorsi quando il partito segnalava una progressiva perdita di credibilità dell’amministrazione.
Resta un fatto: la Giunta cambia, il dibattito si accende, ma il menù per Pescia resta indefinito. La città osserva. C’è chi saluta gli uscenti, chi applaude i nuovi e chi vede solo un equilibrio da reggere a fatica. La domanda è semplice: questo rimpasto sarà la “fase due” o un piatto d’effetto, lontano anni luce dai pesciatini che si mangiavano da Cecco?
A.V.