CGIL scuola: chiuse le assunzioni degli insegnanti. Ne mancano 220
Il 15 settembre 2022 in Toscana riapre la scuola e anche la provincia di Pistoia risente dei mancati investimenti in questo servizio primario. Dalla Segretaria Generale Provinciale FLC CGIL di Pistoia, Lucia Bagnoli, apprendiamo la mancanza di 220 insegnati, situazione critica anche per il sostegno e il personale ATA.
A due settimane dall’inaugurazione dell’anno scolastico 2022-23 anche nella nostra provincia sono presenti i problemi legati alla mancanza d’investimenti nella scuola, complicazioni e incertezze che si concretano soprattutto nella mancata copertura dei posti vacanti, sia per il corpo insegnati sia per il personale ATA.
Scrive in proposito la Segretaria Generale Provinciale FLC CGIL Lucia Bagnoli: “Per i docenti, a fronte di un contingente da coprire con il contratto a tempo indeterminato, cioè i Ruoli concessi dall’USR della Toscana, pari a 518 posti, a oggi 31 agosto 2022, abbiamo avuto l’immissione in ruolo di sole 298 unità ed anche in considerazione del fatto che le operazioni andranno avanti solo fino ad oggi, 31 agosto, mai potremo arrivare alla copertura dei 518 posti che spettavano alla provincia di Pistoia; il dato è preoccupante anche in virtù del fatto che il sostegno, l’anello più debole dell’utenza scolastica, appare quello meno coperto dato che all’infanzia sono andati 11 ruoli su 13, alla primaria 30 su 61, alla secondaria di primo grado, 28 su 75 e alla secondaria di secondo grado 85 su 103; è stato coperto solo il 61% del fabbisogno del sostegno . Invece, per i posti comuni, sono stati coperti al 30 agosto, 144 posti su 266, fra tutti gli ordini e gradi di scuola, pari al 55% circa del fabbisogno”.
Le operazioni d’immissione di ruolo si sono fermate ieri, 31 agosto, continua la Bagnoli: “I posti avanzati insieme con quelli dell’organico di fatto, per un totale di circa 1400 unità fra sostegno e posto comune, andranno a supplenza annuale, per cui avremo i posti residuati dai mancati ruoli, a oggi circa 220, a incarico annuale al 31 agosto e il resto, l’organico di fatto che sono circa 1200 posti di incarico annuale con scadenza al 30 di giugno 2023. Ci preme ricordare che l’organico di fatto, insieme con quello di diritto, costituiscono il totale dei posti che sono indispensabili per far funzionare la scuola e che tutti gli anni vengono attivati, quindi non si capisce perché non vengono stabilizzati, anche in ottemperanza alla sentenza della Corte di Giustizia Europea ormai decennale”.
Ci troviamo quindi di fronte a un disastro attribuibile alla mancata attenzione e alla carenza d’investimenti da parte della politica. Negli ultimi 15-20 non si ricorda un governo che abbia investito nella scuola, eppure è il luogo in cui crescono e si formano i cittadini di domani, la cui consapevolezza sarà determinata anche dalla formazione culturale la cui qualità, con questi presupposti, non è garantita.
Da quanto si legge nel comunicato stampa quanto a risparmio e mancata copertura dei posti non si scherza nemmeno con il personale ATA. È coperto solo il 35,7% del fabbisogno effettivo. Non sarà presente neanche l’organico Covid che, in questi anni ha garantito apertura e chiusura dei plessi scolastici.
Ci si chiede il motivo per cui i posti di lavoro nel mondo della scuola diminuiscono, possiamo incolpare unicamente al calo demografico o le responsabilità sono anche nella volontà di risparmiare su questo servizio che, insieme alla Sanità, dovrebbe essere il fiore all’occhiello dello Stato?
Redazione