La Tari sulle serre è insostenibile. Cia Toscana Centro (Fi-Po-Pt) – con i suoi floricoltori sono allibiti per l’introduzione nel Comune di Pescia, praticamente senza preavviso, della Tari (a livelli irrealisticamente esosi) sulle serre di produzione, già gravate dalle imposte sui rifiuti speciali e in certi casi sul solido urbano. Non si aspettavano ciò da un sindaco che si professa amico dell’agricoltura e ritengono che il chiarimento sulla questione della Tari sulle serre sia preliminare al confronto con il Comune (previsto il 9 ottobre) sulle esigenze degli agricoltori rispetto al Piano operativo urbanistico.

È quanto è merso nella riunione di ieri sera riguardo all’applicazione alle serre di produzione, da parte del Comune di Pescia, praticamente senza preavviso né tanto meno concertazione alcuna, di una Tari esosissima e insostenibile per le aziende del settore floricolo - che già fanno fatica a restare competitive e sopravvivere sui mercati a causa della concorrenza di piante e fiori importati da Paesi meno sviluppati, con redditi e condizioni lavorative e fitosanitarie nettamente inferiori ai nostri –, Cia è letteralmente allibita. Sulle serre di produzione i floricoltori già pagano le imposte per i rifiuti speciali e, quando previsto, per i rifiuti solidi urbani. Eppure sono state emesse ad alcune aziende floricole di Pescia cartelle Tari che se dovessero essere confermate significherebbero semplicemente la chiusura dell’attività o, nella migliore delle ipotesi, la delocalizzazione della produzione. Anche questo non è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un sindaco come Giurlani che ha sempre detto di voler puntare sulla floricoltura e sull’agricoltura, al punto di aver addirittura creato un tavolo tecnico che se ne occupa, il cosiddetto Pav (Pescia agricola e verde floreale.

Redazione

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