Nella notte tra sabato e domenica sono state rubate circa 1300 piantine di acero giapponese da uno dei principali vivai di Ramini. «I ladri erano tutt’altro che improvvisati»
Come spiega il titolare del vivaio, attendendo qualche anno, la merce trafugata avrà un valore di oltre 65mila euro: «I ladri erano tutt’altro che improvvisati perché sono andati a raccogliere proprio quelle piante e non altre. Conoscono il lavoro, conoscono le piante. Le hanno strappate dal terreno, le radici erano piccole perché appena innestate. In totale ne avevamo tremila, ne sono sparite poco meno della metà. Il valore? Ad oggi ogni piantina costa circa 5 €, nel giro di cinque anni, quando sarà cresciuta, ognuna può valere anche dieci volte tanto. Purtroppo – continua il titolare – difenderci dai furti è estremamente complicato. Il mio, come anche altri nella zona, è un vivaio con lotti di coltivazioni sparsi: è impossibile recintarli tutte come si deve, così come è impossibile assicurare le piante. I prezzi per la copertura sono letteralmente inavvicinabili».
I furti della zona sono sempre più frequenti, infatti di recente è stato messo a segno un colpo di 1400 cipressi in vaso, mentre l’anno scorso lo stesso vivaista di Ramini aveva subito un furto analogo. «Erano sparite le stesse piante da un nostro lotto a Barile. Ora rimettersi a lavorare è molto dura. Valuteremo l’installazione di telecamere di sorveglianza, ma sappiamo che possono non bastare per controllare terreni così vasti. Ho denunciato il furto alla polizia ma so bene che le possibilità di ritrovare le mie piante sono zero».
I furti nei vivai non sono casuali o improvvisati, ma ben organizzati, potrebbe trattarsi di un'organizzazione criminale. Sul luogo del furto ieri sono arrivati anche Paolo Chiti, imprenditore che da tempo chiede interventi a tutela del settore, e Francesco Mati, presidente del Distretto.
Redazione