Il Mo.C.A. accoglie in collezione permanente un ingente nucleo di opere a firma di Otello Fabri, figura di spicco del panorama artistico umbro.
L’artista, ad oggi riconosciuto dalla critica tra gli esponenti più rappresentativi del secondo Novecento italiano, ha saputo addolcire la tecnica incisoria conferendole un peculiare tocco di squisita ed inusuale artigianalità, liberandola dalle tendenze postmoderniste.
Otello Fabri si avvicina alla tecnica grafica su suggestione del padre con cui lavora per la preparazione di stucchi per modanature architettoniche; l’artista, giovane apprendista, sviluppa così un profondo interesse per il disegno e per la pittura con cui inizia a materializzare su tela scorci di paesaggi umbri. I primi oli, acquarelli e pastelli, prodromici alla successiva nascita e sviluppo della tecnica incisoria, risalgono agli anni Cinquanta; attratto dalla potenza espressiva ed impressiva del colore, Otello scopre infatti le potenzialità insite nella luminosità degli elementi, indagati per ricercarne volumi, corposità e consistenze. Premi e riconoscimenti non tardano ad arrivare; un primo ciclo di grafiche attira gallerie e spazi espositivi oltrepassando i confini nazionali e raggiungendo Francia, Inghilterra, Svizzera, Croazia, Stati Uniti, Sud Africa. Nonostante l’intensa attività espositiva, Fabri continua ad alimentare l’innata curiosità che guida la sua attività professionale; volti e figure umane, prettamente femminili, diventano i soggetti principali su cui sperimenta effetti chiaroscurali, cuori pulsanti della sua attività incisoria.
“Vorrei che le mie opere non morissero mai, come non muoiono mai i grandi pensieri” e così è stato. Nei volti femminili, stilizzati ma affusolati, misteriosi e sfuggenti ma ipnotici e magnetici, impressivi, anonimi ma iconici, di fine bellezza, è infatti impossibile non scorgere suggestioni secessioniste, alla Klimt, e influenze espressioniste, alla “Modì”. Nelle opere di Fabri il colore varca il confine del reale, annulla lo scorrere del tempo, trasmette un profondo senso di romanticismo e si allinea con i più delicati pensieri dei Grandi del passato.
Ad oggi sue opere arricchiscono collezioni pubbliche e private da Venezia a Treviso, da Milano a Mantova, da Pisa a Livorno; tra tutte, Terni, città natale dell’artista, è custode di un ingente nucleo di sessanta grafiche conservate al Museo Civico. Numerose altre sono apprezzabili al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, a Palazzo Spada e Palazzo Bazzani, all’Archivio di Stato e Cenacolo San Marco, al Palazzo di Giustizia e nella Sala del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Nel 2013 la città di Termi ha omaggiato l’artista intitolando a suo nome “Largo Otello Fabri” nel centro storico.
Redazione