Inaugura oggi alle 17.30, nella galleria centrale della biblioteca San Giorgio, con il patrocinio della Provincia di Pistoia, l’esposizione dell’opera “Il ponte” di Germano Pacelli. Interverrà, insieme all’autore, la studiosa Manuela Tonarelli. L’opera resterà esposta negli spazi della San Giorgio fino al 24 maggio.

L'opera di Germano Pacelli rappresenta la ricostruzione di un ponte, distrutto durante l'ultimo conflitto mondiale. L'opera compie un percorso espositivo itinerante che, partendo da San Marcello, raggiunge Pistoia e poi Cutigliano, per approdare successivamente nelle scuole della provincia, per il desiderio dell'artista di stimolare e affrontare una discussione con i giovani, testimoni di una società in divenire.
L'idea gli fu suggerita dal padre di Valerio Sichi durante una manifestazione svoltasi a La Lima per ricordare il 25 aprile e dove l'artista si recò insieme ad altri compagni. L'artista, ricordando gli eventi di molti anni indietro e ripercorrendo i fatti accaduti, la distruzione sia del ponte de La Lima che del ponte dei Casotti di Cutigliano, disegnò un bozzetto dal quale dopo circa quindici anni, ne ha scolpito l'opera. Inizialmente modellata nell'argilla, poi nel gesso, infine portata in fonderia a Firenze dove è stata riprodotta in bronzo.
L'impresa si è dimostrata impegnativa per le tante ore trascorse per la sua realizzazione, ma ha dato grande soddisfazione all'artista che con queste parole, questi pensieri definisce il proprio operato: “Il ponte racchiude un significato nobile, quello di avvicinare la gente, le famiglie; è un simbolo importante perché rappresenta la pace per tutta la comunità stimolandone la riflessione. Un ponte suggerisce tanti pensieri ma soprattutto la comunicazione fra le persone: se l'attraversi incontri gli amici, altra gente che si può o ci possono aiutare nel bisogno. Il ponte è una cosa viva. Non si può considerare solo dal punto di vista materiale, ma anche e soprattutto come elemento sentimentale ed emotivo, indispensabile per rinsaldare o fare nuove conoscenze. Il ponte rappresenta infine il legame che ho avuto con tutta la gente dei paesi europei in cui ho vissuto e lavorato per molti anni”.
Germano Pacelli, classe 1924, è stato partigiano nella Brigata Bozzi che operava sull’Appennino Tosco-Emiliano. Alla fine della guerra entra nell’esercito sabaudo e vi rimane fino alla fine del 1946. Emigra in Cecoslovacchia e in Svizzera per poi ritornare in Italia. Oggi vive a Maresca, nella montagna pistoiese, dedicandosi alla pittura e alla scultura.

Redazione

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