Presentato ieri a Firenze il nuovo brand che lega il vino toscano al territorio e sarà il capofila simbolico di tutto il settore agroalimentare regionale. Fa parte di un ampio progetto di comunicazione, costato alla Regione 150 mila euro, che mira a sostenere le imprese nei mercati internazionali. L’export del vino toscano è in salute, ma la concorrenza è sempre più forte.
La promozione del vino punta sulla toscanità e sul legame con un territorio piuttosto conosciuto e affascinante. Ma il nuovo brand, una farfalla dalle ali color vino rosso che ha un po’ la forma della Toscana ed è spesso accompagnata dalla scritta TuscanyTaste, a sua volta diventa il testimonial di prima fila di tutto il settore agroalimentare della regione.
E’ giocato su questo doppio movimento quasi circolare il progetto di comunicazione che la Regione Toscana ha presentato ieri nella propria sede di palazzo Sacrati Strozzi durante la tavola rotonda “Icone contemporanee, trends, vino e internazionalità”: una conversazione, condotta dai giornalisti Giuseppe Calabrese e Paolo Pellegrini, fra l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, Lorenzo Marini dell’omonima agenzia pubblicitaria (che ha creato il nuovo brand e il progetto comunicativo), la blogger e consulente di web marketing Elena Farinelli, il consulente strategico per l’innovazione sostenibile Giacomo Mojoli, il sociologo e presidente di Future Concept Lab Francesco Morace e Felice Limosani, esperto di digital story telling e comunicazione non convenzionale.
Come ha dichiarato Enrico Rossi, che non ha potuto partecipare all’incontro, «il nuovo brand, che oggi presentiamo per il vino, ma che potrà estendersi più in generale a caratterizzare la produzione agroalimentare della Toscana ha […] la doppia valenza di aiutare a promuovere i nostri prodotti e tutelarli dalla concorrenza sleale». Servirà a sostenere i marchi affermati dei grandi vini toscani e a promuovere le produzioni di qualità che stanno muovendo i primi passi sui mercati esteri. Tutto ciò grazie a una appropriata strategia di comunicazione internazionale e una serie di azioni mirate sui territori più attraenti per l’export.
«Partiamo dal vino – ha detto Gianni Salvadori – ma il brand […] è destinato a tutto l’agroalimentare toscano: sarà una certificazione volontaria, che garantirà la qualità dei prodotti toscani. In tempi rapidissimi verrà emanato il regolamento di attuazione, che non prevederà appesantimenti burocratici per le aziende ma poggerà su forme di autocertificazione». Salvadori ha spiegato che «dalla presentazione del bando che ha portato alla selezione di Lorenzo Marini Group, fino alla promozione nel mondo di questi giorni, si è speso meno di 150 mila euro», somma già prevista nel bilancio di Toscana Promozione.
Che bisogno c’era di questa operazione, visto che l’export dei vini toscani nel 2011 ha ottenuto il miglior risultato di sempre, pari a 659 milioni di euro? Intanto, come ha ricordato Paolo Pellegrini, il vino in Italia è venduto a un prezzo medio al litro ancora assai inferiore a quello francese. Ma soprattutto c’è «una sempre più aspra competizione con l’affermazione di alcuni produttori emergenti (California, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Cile) che puntano su forti politiche di esportazioni e strategie di marketing orientate, soprattutto, ai mercati in maggiore espansione come quello asiatico».
Lorenzo Sandiford