Un tempo l'arancio amaro, Citrus aurantium, punteggiava le campagne, accolto vicino ai muri delle case o all'interno degli orti. Detto anche "melangolo" o arancio forte, è un piccolo albero sempreverde, coltivato da epoche immemorabili per i suoi oli essenziali estratti da foglie, frutti e fiori. Pianta rustica e facile da coltivare nei climi non troppo freddi, dona bellissime fioriture in primavera, quando sulla pianta si trovano anche i frutti vecchi e i frutti nuovi. Si può riprodurre da seme, mettendo a dimora direttamente in vaso a dicembre, in Luna crescente, la metà dei frutti maturi con terriccio e torba soffice, diradando, ovvero lasciando una piantina per vaso, nella primavera successiva. Dalle foglie si estrae un olio tonificante con effetto "addolcente" sul cuore, da cui elimina la tristezza. La buccia è un ottimo digestivo, mentre il succo dei frutti che si raccolgono a dicembre è l'ideale in cucina per sgrassare le carni arrosto o per condire fagioli e cavolfiori. La curiosità: dai fiori, le zagare, si estrae un'essenza detta "neroli". Prende il nome dalla duchessa Anna Maria Orsini di Nerola, che nel '600 la usava per profumare i guanti e fare bagni.
Redazione Floraviva