A Firenze il ristorante-bistrot La Ménagère ospita il negozio di fiori Artemisia. Un connubio che genera una versione innovativa sia della ristorazione che dell’attività di fiorista. L’allestimento floreale del ristorante crea un «effetto giardino» e ingentilisce i tavoli. Cucina italiana con un tocco francese di nouvelle cuisine.
Quando si passa davanti all’ingresso si resta per un attimo spiazzati: le cassette con le piantine occupano lo spazio centrale davanti alla porta di vetro, tutto intorno però si vedono i normali tavolini di un locale. Ma la sorpresa dura un istante, perché l’impatto è naturale e armonico, tutto torna. Non resta che la curiosità di entrare a vedere.
Almeno questo è l’effetto che ha fatto su Floraviva la facciata del ristorante e bistrot, con negozio di fiori e vendita di casalinghi, La Ménagère di via Ginori a Firenze, a due passi dalla basilica di San Lorenzo. Un locale, aperto dalla mattina alle 2 di notte, dove l’incontro fra intrattenimento enogastronomico e leggerezza dell’ambientazione verde fiorita sembra aver trovato il giusto punto di equilibrio. Grazie alla qualità del cibo, ma anche alla presenza del bancone dei fiori e alle scelte del design floreale nell’allestimento degli spazi: i fiori recisi con le radici a nudo, orchidee in questa circostanza, appesi al soffitto e sospesi nella sala ristorante, il vasetto con fiore (nell’occasione, un anemone) a ingentilire ciascun tavolo.
Come ci ha raccontato il maître francese, Fabien Coutant, «dietro a questo ristorante c’è un preciso progetto. Prima di tutto ci troviamo in via Ginori al n. 8 rosso in un locale con una storia, che si chiamava già prima del nostro arrivo La Ménagère (la casalinga, colei che si occupa degli affari domestici).
E la presenza del negozio di fiori? «Anche questo fa parte del concept, dell’idea iniziale del titolare: lui voleva che ci fossero i fiori nel ristorante». E’ il primo di questo genere a Firenze, ne avete creati altri simili? «No. Ma non siamo noi a gestire l’attività di fioraio. Il punto vendita di fiori è gestito autonomamente da Artemisia, che pensa anche al design floreale del ristorante». Riguardo alla cucina, curata dal giovane chef Donato Mutri, qual è la vostra filosofia, come può essere caratterizzata la vostra offerta? «Una cucina abbastanza semplice, non elitaria, anche per contenere i prezzi – spiega Fabien -. Usiamo prodotti semplici che si trovano quotidianamente, appena elaborati. Ci piace giocare sul dolce/salato, sulle salse agrodolci o un po’ fruttate. Però, ripeto, si tratta sempre di piatti semplici: facciamo gli gnocchi, gli spaghetti... ». Qualche esempio di vostro "piatto forte”? «Una delle nostre specialità sono gli gnocchi fatti in casa, senza patate e con crema di cacio toscano e pepe, e con solo un po’ di mela verde e limone sopra. Poi abbiamo la guancia di manzo, questa carne stracotta, tre ore al forno come un bourguignon, tenera, che si scioglie in bocca». E che mi dice degli spaghetti alle alici? «Ci abbiamo messo anche i mandarini dentro a quel piatto. E’ uno spaghetto fatto in casa, con la crema di mandarino e un’alice fresca marinata sopra, e una mollica di pane al mandarino per aggiungere un po’ di croccante».
Infine non va trascurato il negozio di casalinghi che si trova appena varcata la soglia della Ménagère. Non solo per il suo «richiamo simbolico al negozio storico di articoli casalinghi del 1896». Ma anche per la sua selezione mirata di articoli sia di importanti case estere che di aziende italiane, fra cui anche una a carattere più artigianale di Montelupo, una delle patrie della ceramica made in Italy.