"Disastro la chiusura del Ponte all'Abate in queste condizioni. Flop della giunta commissariata per la mancanza di piano alternativo e ristori alle attività"
La fatidica data della chiusura del ponte di Ponte all'Abate è arrivata: l'11 giugno si chiude.
A niente è valso mesi e mesi di discussione, di confronti su un progetto che determinerà conseguenze gravissime non solo sul traffico, 12.000 veicoli e 500 camion giornalieri per i dati della Provincia, ma su tutte le attività commerciali e produttive della zona, compreso il parco di Pinocchio che rischia la chiusura e la cassa integrazione dei dipendenti.
In questo caso non si tratta di un semplice disagio ma di una situazione che avrà un impatto pesantissimo sul territorio.
Inoltre, visto che gli amministratori comunali e provinciali si erano sperticati nel sostenere che partire a maggio avrebbe consentito di salvare almeno le festività natalizie, come chiedevano le associazioni di categoria, ormai la previsione minima di sette mesi di lavoro ci porta ampiamente sopra quel periodo.
Ma se ciò non bastasse si arriva alla chiusura senza che chi nè aveva la responsabilità abbia presentato il piano del traffico alternativo, lasciando tutti nella incertezza e nella preoccupazione.
Senza contare che l'altra grande questione, quella dei ristori alle attività, è un'altra situazione "desaparecidos", sparita dai radar istituzionali, ci sono, non ci sono, quanti sono, chi li gestisce.
Tutti i protagonisti del dramma sono sulla scena, peccato che chi nè pagherà le conseguenze è la comunità locale."
A niente è valso mesi e mesi di discussione, di confronti su un progetto che determinerà conseguenze gravissime non solo sul traffico, 12.000 veicoli e 500 camion giornalieri per i dati della Provincia, ma su tutte le attività commerciali e produttive della zona, compreso il parco di Pinocchio che rischia la chiusura e la cassa integrazione dei dipendenti.
In questo caso non si tratta di un semplice disagio ma di una situazione che avrà un impatto pesantissimo sul territorio.
Inoltre, visto che gli amministratori comunali e provinciali si erano sperticati nel sostenere che partire a maggio avrebbe consentito di salvare almeno le festività natalizie, come chiedevano le associazioni di categoria, ormai la previsione minima di sette mesi di lavoro ci porta ampiamente sopra quel periodo.
Ma se ciò non bastasse si arriva alla chiusura senza che chi nè aveva la responsabilità abbia presentato il piano del traffico alternativo, lasciando tutti nella incertezza e nella preoccupazione.
Senza contare che l'altra grande questione, quella dei ristori alle attività, è un'altra situazione "desaparecidos", sparita dai radar istituzionali, ci sono, non ci sono, quanti sono, chi li gestisce.
Tutti i protagonisti del dramma sono sulla scena, peccato che chi nè pagherà le conseguenze è la comunità locale."
Pescia Cambia
Redazione