Pistoia è ultima in Toscana. Questa è la triste realtà che emerge dal Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente.
Pistoia, potenzialmente la città del verde, è fanalino di coda nel verde. Questa è la triste realtà che emerge dal Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente: una analisi su sostenibilità e politiche per l’ambiente che ci vede al 92esimo posto su 105 capoluoghi.
Un risultato allarmante e preoccupante, ma anche molto triste per una città che avrebbe tutte le carte in regola, e il know how, per insegnare al mondo intero come valorizzare l’ambiente. Sono 19 i parametri su cui si basa l’analisi: Pistoia si posiziona in fondo alla classifica nella differenziazione dei rifiuti, nella dispersione idrica, sull’energia solare negli edifici pubblici, nelle infrastrutture green e addirittura agli ultimi posti generali per l’emissione di PM 2,5.
Appena sopra la sufficienza per il numero di alberi ogni 100 abitanti.
Il risultato ci preoccupa, ma non ci sorprende. Stiamo parlando di una città amministrata ormai da 7 anni da una Giunta a cui di questi temi, al netto di qualche convegno teorico, semplicemente non interessa. Una raccolta differenziata mai decollata e che discrimina centro e periferie, nessuna cura per gli alberi e il verde pubblico a fronte delle tante promesse di manutenzioni, parchi lasciati a sé stessi, nessun vero progetto di sviluppo ecosostenibile.
Il Partito Democratico aveva mosso in campagna elettorale le proprie proposte per costruire Pistoia Capitale Europea del Verde. Con l’amministrazione Tomasi, invece, possiamo aspirare a diventare Capitale dell’inquinamento, dei rifiuti mal gestiti e del disinteresse verso la sostenibilità.
Se questo è il modello che la destra vuole portare come esempio nella propria campagna elettorale verso la Regione, farebbe bene a spiegarlo subito, in modo da poter prendere le dovute precauzioni per il futuro del territorio.