Report di CNA Toscana Centro su tenuta sistema economico mostra che il Manifatturiero vola ma mancheranno 13.000 giovani da inserire in azienda.
Regione Toscana, istituzioni locali, scuole, imprese e parti sociali si sono confrontati al convegno in cui CNA Toscana Centro ha presentato il 2° REPORT MISMATCH sulle prospettive della tenuta del sistema economico, alla luce della crescente difficoltà delle aziende per reperire personale. Ad approfondire il fenomeno e i dati sui due territori, oltre a presentare proposte concrete, sono intervenuti il Presidente CNA Toscana Centro Claudio Bettazzi, il Direttore Cinzia Grassi, Alessandra Nardini (Assessora regionale all’istruzione, formazione, università e ricerca, lavoro), il prof. Andrea Paci dell’Università di Firenze, il responsabile nazionale politiche sindacali CNA Maurizio De Carli, la presidente dell’ITS Prime Ludovica Fiaschi, Elena Calabria in rappresentanza della CCIAA Pistoia-Prato, Il sindaco di Prato Matteo Biffoni, gli assessori del Comune di Prato e Pistoia Benedetta Squittieri e Leonardo Cialdi, Dirigenti scolastici dei maggiori istituti professionali di Prato e Pistoia e rappreentanti di associazioni, sindacati e istituzioni locali.
L’indagine, a cura di Giacomo Buonomini (Responsabile politiche formative CNA Toscana Centro), è stata condotta su un campione di 200 imprese con dipendenti associate a CNA selezionate per mestiere, territorio, fascia di età e tipologia societaria tali da essere statisticamente rilevanti.
“Gli elementi presentati nel Report – hanno sottolineato il Presidente e il Direttore di CNA Toscana Centro, Claudio Bettazzi e Cinzia Grassi – mettono in evidenza che il fenomeno del mismatch è ormai strutturale e evidenzia dati con luci e ombre: su un territorio dove si registra un’attività degli istituti tecnici e professionali con più iscrizioni rispetto alla media nazionale e regionale (oltre un terzo degli studenti di Prato e Pistoia) ma che non soddisfa le aspettative delle imprese che richiedono oltre 10.000 operai, 3.000 tecnici e 1.000 impiegati. Di fatto, per la dinamica demografica sempre più negativa, quest’anno si registra una diminuzione della consistenza numerica delle giovani generazioni, che toccano il dato più basso registrato rispetto al gruppo di età in uscita dal mondo del lavoro: -54% con un “gap” di oltre 28.000 persone (Pistoia e Prato) tra i giovani che potrebbero entrare nel mondo del lavoro e i “pensionabili”, a cui si affianca la mancanza di una gestione dei flussi di immigrazione regolare adeguata, confermata dalla progressiva diminuzione della popolazione in età scolastica e lavorativa sul nostro territorio. Tutto questo in un sistema economico che sull’ambito manifatturiero vede numeri e prospettive che permetterebbe di crescere ulteriormente. I settori economici locali trainati dell’export (Meccanica e Tessile-Moda) crescono infatti per fatturato e occupazione con numeri delle ore lavorate superiori a quelle del decennio scorso. L’impatto della crisi energetica, secondo l’indagine condotta da CNA Toscana Centro, non ha rallentato il manifatturiero ma le imprese si sono fatte carico dei maggiori costi riducendo spesso le proprie marginalità. E’ questo aspetto che preoccupa di più, assieme ai crescenti vincoli che invitano i giovani a cercare strade diverse da quelle dell’imprenditorialità (gli imprenditori under 40 sono meno del 15% del totale). La dinamica inflazionistica e l’instabilità finanziaria tornano a caratterizzare il sistema, e il rapporto Mismatch dimostra come le pmi stiano affrontando il problema del costo della vita anche per l’impatto sul reddito dei dipendenti, infatti oltre il 50% delle imprese intervistate dichiara di aver fatto interventi sulle retribuzioni dei propri dipendenti, ma la quasi totalità chiede a gran voce un intervento politico sulla riduzione del cuneo fiscale per i lavori dipendenti come un primo intervento per allineare i dissesti che i lavoratori e le famiglie hanno dovuto subire a causa del caro-energia e dell’inflazione.
CNA Toscana Centro ha proposto soluzioni al tema mismatch e interventi di carattere collettivo, a partire da un miglioramento della regolamentazione dell’apprendistato, una più efficace alternanza scuola lavoro (oggi PCTO) e la rapida attivazione dei fondi regionali per formazione e lavoro”
L’INDAGINE IN SINTESI
IMPRESE ATTIVE
Sono complessivamente (ultimi dati disponibili anno 2022) 56.639, di cui 27.436 a Pistoia e 29.203 a Prato.
QUALI NECESSITA’ DI PERSONALE E QUALI PROSPETTIVE?
L’indicazione sul rapporto tra incremento dei costi energetici e tenuta degli organici è confermata dalle risposte ottenute dalla imprese da cui risulta che sul territorio di Pistoia e Prato oltre il 90% dichiara che le proprie necessità di personale sono rimaste simili a quelle di inizio 2022 o addirittura c’è una previsione di maggiori assunzioni.
Rispetto alle prospettive, gli imprenditori esprimono una maggiore consapevolezza circa le aspettative sulla propria attività e l’area dell’incertezza scende al 37%, che tuttavia rappresenta un valore molto elevato mentre i restanti si dividono tra chi prevede un 2023 soddisfacente (29,8%) e chi si attende un andamento negativo (33%).
LA SUCCESSIONE ALLA GUIDA DELLE IMPRESE
Il tema della successione d’impresa è una delle urgenze del nostro territorio visto che nelle province di Pistoia e Prato oltre 25.000 imprenditori (più del 40% del totale sul territorio) sono già in pensione o in procinto di entrate in età pensionabile. Si tratta di una necessità che nel solo settore manifatturiero creerà un movimento su numero di imprese comprese tra 5.000 e 7.000
Ma chi sarebbero i nuovi imprenditori destinati a succedere nelle imprese del nostro territori? .
• Per il 55,43% Cessione a familiari già attivi in azienda (+ 7% rispetto alle intenzioni 2022)
• Per il 6,62% Cessione a dipendenti dell’azienda. Ben il 7% in meno rispetto alle aspettative dello scorso anno ed è ragionevole pensare che la scarsa attitudine e preparazione abbia giocato in ruolo nell’abbassamento delle aspettative.
• Per il 30,98% Cessione a soggetti esterni all’attuale compagine aziendale e altre soluzioni stimate al 6,97% (con una compensazione esatta di +/- il 7% rispetto allo scorso anno, a favore dei “soggetti esterni”)
L’EVOLUZIONE DELL’OCCUPAZIONE NEL MEDIO TERMINE SECONDO LE IMPRESE
I tre quarti delle imprese (74%), prevedono di assumere nei prossimi tre anni, esattamente come nella rilevazione dell’anno precedente. Oltre il 50% delle imprese che assumeranno, prevedono di creare nuova occupazione in relazione alla crescita della propria attività. Tenendo conto che rispetto all’anno 2022 si registra una crescita rispetto a questa sensibilità di oltre 3 punti percentuali, per il solo settore manifatturiero si stima che questo fabbisogno arrivi a sfiorare le 10.000 unità lavorative.
Sul fronte delle tipologie il 54,71% intende applicare contratti a tempo indeterminato, il 35,41% a tempo terminato, il 34,68% apprendistato, il 13,70% tirocinio e il 5,95% somministrazione.
Nel complesso, solo per le aziende del manifatturiero, adeguando la stima già fatta lo scorso anno si conferma la necessità nel medio termine di circa 15.000 nuovi lavoratori che abbiano competenze adeguate per i loro fabbisogni.
I PROFILI PROFESSIONALI RICHIESTI DALLE IMPRESE
Evidenziamo per flash alcune evidenze significative emerse dalla nostra analisi:
• Il territorio pratese manifesta maggiori necessità di operai (comprensibilmente, considerando la prevalenza del tessile) e di impiegati commerciali, quest’ultima necessità spiegabile con la decisa ripartenza dell’export percepita dalle imprese della filiera moda di Prato con quasi un anno di ritardo rispetto alle imprese della meccanica di Pistoia.
• I settori dell’installazione e manutenzione impianti sono quelli che richiedono il maggior numero di tecnici specializzati
• Gli operai specializzati sono richiesti in particolare nei settori con aziende più strutturate, ovvero Meccanica di produzione, Legno, Autoriparazione, Edilizia, Plastica, Sistema Moda
Si evidenzano alcuni elementi che caratterizzano il fenomeno del “mismatch”:
1) Il primo fattore è prima di tutto “quantitativo”
2) Non possiamo disperdere nessuna risorsa e dobbiamo intervenire sulla massima efficienza della qualificazione dei percorsi didattici
3) L’evidente discrepanza tra richieste di profilo di addetti e tecnici operativi e il numero degli studenti in uscita da percorsi scolastici affini (-3.100 unità)
LA CARENZA DEI PROFILI PROFESSIONALI, PER GRUPPI DI MESTIERE
Secondo il campione intervistato il 97,47% delle imprese ha difficoltà a reperire operai specializzati (fenomeno trasversale a tutti i mestieri), il 100% non riesce a trovare Tecnici specializzati (soprattutto nel manifatturiero) e l’84,12% ha difficoltà a reperire commerciali e amministrativi
CENTRO PER L’IMPIEGO O PASSAPAROLA?
Si conferma che quasi la metà delle imprese del settore manifatturiero, che hanno interesse a reperire competenze, non si affidano a canali “ordinari” ma cresce comunque l’utilizzo dei soggetti deputati per legge all’intermediazione.
STRUMENTI PER COLLEGARE SCUOLA, FORMAZIONE E IMPRESE
Stage da corsi di formazione, il 30,03% delle imprese dichiara di utilizzarli
Tirocini extra curriculari, il 30,13% delle imprese dichiara di utilizzarli
Alternanza scuola lavoro (oggi PCTO), il 29,70% delle imprese dichiara di averne usufruito
COSTO DEL LAVORO E LIVELLO RETRIBUTIVO DEI DIPENDENTI
Il problema del livello retributivo è diventato pressante anche in virtù dell’elevato livello di inflazione che ha colpito, oltre alle aziende, tutte le famiglie e i lavoratori,ponendo seri quesiti sulla tenuta complessiva del livello dei consumi e degli investimenti.
Le risposte ricevute sono state piuttosto nette:
Sul tema degli incrementi nel costo della vita registrato nell’ultimo anno, la vostra azienda ha fatto interventi sulle retribuzioni dei propri dipendenti?
Le imprese hanno risposto Sì 43%, No 53%
Le imprese che hanno fatto interventi, attraverso quali modalità hanno incentivato le retribuzioni?
45% diffusione di buoni o rimborsi ai lavoratori, 41% aumento retribuzioni lorde 14% introduzione di strumenti di welfare aziendale.
La riduzione del cuneo fiscale può essere una funzionale alle necessità di migliorare la condizione di reddito dei lavoratori e aumentare la stabilità del personale?
Le imprese hanno risposto Sì per il 94 e No solo per il 6%
LE PROPOSTE DI CNA TOSCANA CENTRO
Questi, gli interventi che CNA Toscana Centro ritiene prioritari per il prossimo periodo in risposta al problema del MISMATCH:
Un diverso approccio all’immigrazione – Si auspica che sia possibile rivedere numeri e metodologia nella gestione dei flussi e si sposti la priorità delle politiche verso il bilanciamento del saldo della popolazione in età lavorativa, con l’ingresso programmato di competenze selezionate e l’attivazione di strumenti efficaci per l’integrazione lavorativa dei migranti.
Azioni per incentivare la nuova imprenditoria – Le politiche per il lavoro e scolastiche devono dare la massima priorità allo sviluppo di competenze e attitudine verso la nuova imprenditoria.
Il fenomeno Neet e le iniziative conseguenti – Troppi giovani restano esclusi dai percorsi di istruzione e non riescono a essere integrati nel mondo del lavoro. Le politiche della formazione devono prevedere azioni specifiche, anche non formali, per la prevenzione e riduzione del fenomeno Neet e il recupero delle attitudini dei giovani non inseriti in percorsi di formazione o lavoro.
Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) – La stabilizzazione della programmazione della formazione IeFP rappresenta un passaggio decisivo per integrare i percorsi scolastici professionali o tecnici non attivi sul territorio. Il successo di tali percorsi, anche per la prevenzione del fenomeno Neet, non può però prescindere dall’attuazione di specifici investimenti in laboratori territoriali.
ITS – La formazione ITS costituisce un livello di perfezionamento importante per garantire adeguate competenze di quadri intermedi tecnici altamente specializzati. Gli elementi che a oggi in Regione Toscana appaiono deboli nel sistema degli ITS sono le adeguate dotazioni laboratoriali, la stabilità della programmazione pluriennale, un’adeguata identificazione nell’ambito del sistema scolastico e universitario.
Sostegno all’apprendistato – Il tema della riforma della formazione esterna obbligatoria è all’ordine del giorno tra gli imprenditori interessati, riteniamo necessario un intervento per l’aggiornamento dei programmi e dei metodi formativi indicati dalla normativa verso una più spiccata formazione professionalizzante e di mestiere.
Attuazione delle misure concertate dai tavoli territoriali della Commissione Tripartita regionale – Abbiamo apprezzato l’attivazione della prima misura sugli incentivi all’occupazione nel mese di gennaio ma, dopo oltre sei mesi dall’approvazione dei documenti territoriali è urgente che gli uffici regionali competenti provvedano a emettere tutti i relativi bandi rimanenti, con una programmazione certa, nell’anno 2023.
Il rapporto tra imprese e mondo scolastico – CNA Toscana Centro ha concluso negli ultimi mesi accordi mirati con gli Istituti Tecnici e Professionali del territorio, è intenzione dell’associazione proseguire con la stipula di ulteriori accordi finalizzati alla condivisione di obiettivi e strumenti per il potenziamento delle competenze e del rapporto tra imprese e scuola in tutte le forme possibili.
Sostegno alle iniziative della Camera di Commercio in tema di supporto alla formazione e lavoro – Le iniziative prese dalla CCIAA di Pistoia-Prato negli ultimi due anni sulle tematiche del lavoro sono ritenute apprezzabili e lungimiranti, è importante che sia dato seguito all’esperienza del bando sulla formazione e lavoro e che sia dato seguito alle iniziative coordinate sull’orientamento scolastico.
La programmazione FSE e la formazione professionale regionale – A due anni di distanza dalla conclusione, di fatto, della precedente programmazione dei fondi FSE, registriamo una partenza rallentata dell’attuazione dei nuovi interventi. Da questo punto di visto, oltre alla rapidità di attuazione riteniamo decisivo che sia pubblicata quanto prima una pianificazione precisa della scansione temporale dei bandi e degli interventi previsti.
Laboratori territoriali per la formazione professionale – Per qualsiasi programma di sviluppo e potenziamento della formazione professionale va attuato un preciso piano di investimenti su laboratori territoriali complementari e integrativi a quelli scolastici, che possano essere di supporto alle varie tipologie di corsi, a partire dai corsi IeFP.
Redazione