Segreteria Unione Comunale PD Pistoia interviene in merito alla variante urbanistica approvata per la nuova RSA di Vicofaro.
"In questi giorni sta tenendo banco il tema della nuova RSA di Vicofaro, e noi vorremmo affrontarlo con serietà. Eviteremo pertanto di dedicarci alle fantasie della Lega che, per attirare un po’ di attenzione e uscire dall’ombra di Fratelli d’Italia, è costretta anche a inventarsi visite di Elly Schlein.
Proviamo a andare nel merito.
Dal punto di vista prettamente urbanistico è bene ricordare che si tratta di una variante che viene fatta sulla base di strumenti scaduti, visto che il Nuovo Piano Operativo non è stato ancora adottato da questo Consiglio Comunale. L’intervento è l’ennesima dimostrazione che invece di fare uno sforzo di programmazione per riutilizzare ciò che esiste, si preferisce consumare ancora suolo lasciando l’adiacente area della ex Fornace di Vicofaro diroccata ed abbandonata così com’è; il progetto prevede inoltre la realizzazione di due edifici collegati tra loro ed adibiti ad RSA per un totale di 160 posti, aggirando così la normativa regionale che prevede che la capacità ricettiva massima di ogni singola RSA sia di 80 posti letto.
Un intervento urbano così impattante viene poi lasciato in mano ad un soggetto privato che guardacaso fa la stessa proposta anche ad altri Comuni, quando non c'è rispondenza neanche ai bisogni del territorio: non essendo stata fatta alcuna analisi puntuale del fabbisogno reale dei cittadini. Questa “opportunità”, come definita dalla maggioranza, è in realtà soltanto una nuova conferma della modalità di questa amministrazione di assecondare le richieste degli investitori privati senza avere un’idea generale di città. Oltretutto la realizzazione di questo progetto non tiene conto delle criticità del quartiere di Vicofaro: densamente abitato, ospita il grosso plesso scolastico dell’Anna Frank, un asilo nido ed anche attività produttive come ad esempio il magazzino Giusti, che rendono la viabilità già adesso insufficiente e congestionata. Si capisce quindi come una struttura del genere non possa innestarsi armonicamente in questo tessuto urbano e che sarà inevitabile un’ulteriore sovraccarico di traffico oltre all’aggravarsi anche di altre problematiche sollevate dagli uffici tecnici e dai soggetti coinvolti nella valutazione del progetto e che non possono essere trascurate: l’impatto devastante in termini di consumo di suolo, di emissioni atmosferiche e acustiche da traffico, di consumo di risorse o ancora il rischio idrogeologico rappresentato dalla classificazione dell'area in classe 4 " molto elevata". Lo stesso parere del direttore della Società della Salute espresso al direttore Mannelli, che non è certo vincolante ma è sicuramente indicativo, critica il "modello RSA" che appare oggi ovunque superato; difatti dopo il Covid le linee guida europee e nazionali puntano su strutture più piccole, sul potenziamento dell'assistenza domiciliare e della telemedicina, anche attraverso l’utilizzo delle risorse derivanti dal PNRR per la sanità.
Il Comune di Pistoia, nonché capoluogo di Provincia e capofila all’interno della SdS, si muove così nella direzione opposta, rinunciando ancora una volta a farsi promotore di un coordinamento su base territoriale, alimentando la corsa del privato a occupare nuovi spazi in un settore strategico come quello dell'assistenza agli anziani e creando un'aspettativa che non potrà mai essere corrisposta, visto che dalla documentazione esistente emerge che i posti della RSA saranno a pagamento senza convenzione, quindi sul libero mercato, e che dunque la struttura non sarà accessibile per chi ha una bassa disponibilità economica. L'incasso degli oneri di urbanizzazione derivanti da questa operazione non può e non deve giustificare un intervento del genere".
Redazione