Un documento congiunto di albergatori e commercianti è stato prodotto dal laboratorio delle Terme di Montecatini costituito da Apam, Assohotel, Confindustria Gruppo Turismo, Confesercenti e Confcommercio stilato sulla situazione delle Terme. «Abbiamo costituito questo laboratorio – inizia il documento unitario – per unire idee e forze e capire insieme come uscire da questa impasse che blocca qualsiasi azione di sviluppo. L’idea di fondo è che solo l’intervento di un leader del settore, propositore di un progetto a lunga scadenza, possa innescare un percorso virtuoso tale da riattivare il prodotto termale. Questa nostra consapevolezza aveva trovato speranza nell’interesse “famiglia” QC. Gli esiti invece hanno deluso le nostre aspettative. Oggi ci chiediamo se la proprietà sia in grado di porre sul mercato questo ramo d’azienda in modo da poter essere reso economicamente attraente. La società Terme ha concretamente il possesso dello stabilimento Leopoldine? Può condurre una libera trattativa in modo da rendere appetibile il bene favorendo gli investimenti privati? In sostanza ci chiediamo se la società gestisce e governa le Terme o ci ritroviamo di fronte all’ennesima missione impossibile».
«Ci poniamo la domanda – va avanti il Laboratorio – se la positiva risoluzione del lodo Unipol e la vendita della Palazzina Regia abbiano creato le condizioni per rendere possibile un alleggerimento debitorio tanto da creare interesse di investitori privati. Se al contrario persistessero delle situazioni di grave imbarazzo finanziario, ci chiediamo come la proprietà intenda fare e quali sforzi è pronta immediatamente a sostenere per non assumersi la responsabilità di creare ulteriore danno economico e d’immagine al territorio. Si tratta di una questione enorme, frutto di scelte sbagliate compiute da un sistema pubblico che non è capace di fare impresa. Ci sono inoltre scelte che nel tempo sono state sbagliate e decisioni prese, talvolta insostenibili, dalle quali le imprese cittadine sono sempre state tenute lontane. Forse noi categorie dovremmo ammettere di non aver gridato il nostro disappunto verso certe scelte e sulle conseguenze da esse derivate. Su questo dovremmo fare noi il mea culpa. Ma è altrettanto vero che le verità ci venivano spesso riportate a spizzichi e bocconi e dopo le belle notizie arrivavano sempre e puntuali delle vere docce fredde».
Redazione