Dal 30 giugno 2021, secondo la Direttiva Europea, sarà vietata la commercializzazione di diverse tipologie di prodotti in plastica monouso che inquinano e che utilizzano, per essere prodotte, notevoli quantità di risorse idriche. Federdistribuzione vuole giocare d'anticipo e già dal 30 giugno del 2020 bloccherà l’utilizzo delle plastiche monouso da parte delle imprese associate.
Secondo i dati del CoRePla ogni italiano ha in carico un consumo idrico quotidiano di circa 58 litri per la produzione di plastica. A dirlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (Anbi). «Per produrre un chilo di plastica servono 180 litri d’acqua – spiega il presidente di Anbi, Francesco Vincenzi – in Italia, ogni anno, si utilizzano 7.168.000 tonnellate di plastica, quindi vengono consumati oltre 1 miliardo e 290 milioni di metri cubi d’acqua. Ogni milione di tonnellate di plastica, non prodotta o riciclata, – chiude il presidente di Anbi – comporterebbe un risparmio di risorsa idrica, pari a 180 milioni di metri cubi, che potrebbero essere virtuosamente utilizzati per coltivazioni destinate alla produzione di materiali sostitutivi e biodegradabili come il Mater-Bi, incrementando l’agricoltura e la green economy nel rispetto dell’ambiente».
Il cambiamento verso l'eco-friendly è quindi necessario, oltre che imminente e coinvolgerà piatti, posate, bicchieri, miscelatori e coton fioc realizzati in materiale non riciclabile. La direttiva europea contribuirà a risparmiare risorse idriche importanti oltre che a ridurre notevolmente la plastica inquinante che contamina mari, boschi e praticamente ogni angolo verde del pianeta.
Federdistribuzione ha deciso di giocare d'anticipo di un anno rispetto alla direttiva Ue. «Con le imprese associate abbiamo preso un impegno preciso – afferma il presidente di Federdistribuzione Claudio Gradara - dal 1° luglio di quest’anno, ai prodotti in plastica monouso ne abbiamo affiancati altri in materiale riciclabile e compostabile, offrendo una concreta alternativa ai clienti. Poi, entro il termine massimo del 30 giugno 2020, tutte le stoviglie in plastica monouso usciranno definitivamente dai nostri scaffali. Non escludo che alcune aziende possano anticipare questi tempi».
Lo scopo è quello di sensibilizzare il consumatore spingendolo verso una maggiore consapevolezza di scelta sia negli acquisti che nei comportamenti quotidiani.
«C’è grande sensibilità sul tema – riprende Gradara – ed è proprio alla luce di questa attenzione dei clienti che abbiamo deciso di anticipare i tempi. Ovviamente è necessario che consumatori, imprese e istituzioni si assumano le proprie responsabilità, attivandosi per l’obiettivo condiviso di ridurre l’uso della plastica monouso. Il nostro sarà un percorso graduale ma determinato, coerente con lo sviluppo dei nuovi materiali secondo le indicazioni della Direttiva Europea e con i tempi necessari per la riconversione del comparto industriale, con cui instaureremo una fattiva collaborazione. È importante che questo percorso vada avanti in sinergia con le aziende produttrici per non danneggiarle. Al momento esistono già prodotti sostitutivi, ma oggi il biodegradabile vale solo il 3-4% del settore. Siamo convinti che a breve ci sarà uno sviluppo importante che porterà anche a un abbassamento dei prezzi. Nei punti vendita della distribuzione moderna organizzata – continua Gradara – fanno acquisti 60 milioni di persone ogni settimana, che si aspettano da noi comportamenti etici. Ogni anno le nostre aziende vendono in Italia 300 milioni di euro di questi prodotti, pari a 13 miliardi di pezzi. Siamo consapevoli di questa responsabilità e vogliamo essere attori del cambiamento, coerenti con i nuovi valori, anticipando le leggi e stimolando i consumatori verso atteggiamenti e azioni sostenibili e favorevoli alla tutela dell’ambiente. Attraverso questa iniziativa intendiamo anche avviare un percorso di coinvolgimento di tutta la filiera, affinché ci si pongano obiettivi di salvaguardia dell’ambiente, assumendo come aziende associate a Federdistribuzione». Infine, come spiega il presidente Gradara, c’è il tema degli imballaggi: «Su questo quasi tutte le nostre aziende hanno processi di recupero degli imballi secondari, ma stiamo lavorando anche sui materiali che arrivano agli utenti, puntando chiaramente anche sul coinvolgimento di tutti i cittadini».
Redazione