La relazione annuale sul rendiconto finanziario relativo al 2018 della Regione rileva come le Terme, nonostante le gravi difficoltà finanziarie dell’azienda, lo scorso anno avrebbero effettuato consulenze esterne per circa 400mila euro.
Nella sua requisitoria Archeropita Mondera Oranges, procuratore generale della Toscana, sottolinea come l’amministratore delle Terme Alessandro Michelotti, nel 2018, abbia fatto «ampio ricorso a non meglio precisate consulenze tecniche varie per un valore di circa 400mila euro, tra le quali merita attenzione quella per 47.580 relativa allo studio dei principi contabili Ias», regole internazionali previste da un regolamento dell’Unione Europea e utilizzate dall’azienda per il passaggio a una nuova stesura del bilancio.
Nel rendiconto finanziario redatto dalla Corte dei Conti si legge «La situazione finanziaria della società – dice la magistratura contabile – è molto critica per la presenza di rilevanti debiti, soprattutto verso il sistema bancario, dovuta a una sottocapitalizzazione. Dal bilancio 2017 emerge che nell’esercizio sono stati generati interessi passivi per 680mila euro, che non sono stati corrisposti ai creditori. Di tale gravissima situazione è consapevole lo stesso amministratore unico che, nella relazione di accompagnamento al bilancio, ha dichiarato come appaia innegabile che la società debba controvertire un trend negativo che rischia, al di là dell’importante esposizione debitoria, di creare perdite di esercizio fisiologiche». La magistratura contabile, in merito al bilancio 2018, ricorda come «la società, entro il 30 giugno, avrebbe dovuto approvare il bilancio di esercizio, ma entro tale data non siano stati trasmessi alla Regione il progetto di bilancio e il piano industriale condiviso con le banche. La situazione economico-finanziaria delle Terme esige un attento monitoraggio, tenuto conto che Gestioni Complementari, partecipata dall’azienda al 100%, ha chiuso i bilanci 2016 e 2017 con perdite, rispettivamente, per 2,7 e 2,2 milioni di euro. Queste hanno superato un terzo del capitale sociale per cui si è proceduto alla riduzione da 8,3 a 3,7 milioni».
Anche Simone Magnani, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, chiede chiarimenti al Comune di Montecatini in quanto socio di minoranza dell'azienda e annuncia l'avvio della procedura per l’accesso agli atti. «Richiedere consulenze – afferma – è tra le prerogative dell’amministratore che, nel farlo, non ha commesso alcun illecito. Resta però quantomeno sconveniente, come fa notare la Corte dei Conti, che una società in forte crisi, con difficoltà ad avere in cassa liquidità per l’ordinaria amministrazione, dilapidi una cifra così consistente in consulenze. Se una società necessita di tanti professionisti esterni significa che è impostata male o non ha al proprio interno le competenze necessarie».
Redazione