Carlo Vivarelli, consigliere comunale di opposizione, scrive a Salvini in merito all'arrivo di una trentina di nuovi richiedenti asilo al centro di accoglienza straordinaria di Lizzano Pistoiese, di proprietà della Curia. La Cooperativa Arkè, che gestisce il Cas, smentisce le sue dichiarazioni.

Vivarelli chiede un immediato intervento per chiedere il centro di Lizzano, per impedire per sempre il futuro invio di presunti profughi nel territorio della Montagna Pistoiese e allontanare tutti quelli attualmente presenti, ed infine per ripristinare immeditamente il seggio elettorale di Lizzano, chiuso proprio per la presenza dei profughi villeggianti. «Territorio – scrive Vivarelli - depredato della sua storica fabbrica, dove chiudono uffici postali e bancomat e l’aumento degli stranieri è strettamente correlato a quello dei disoccupati».
Marco Rimediotti, referente della Cooperativa Arkè, smentisce: «Delle duemila persone ripartite dal Friuli in varie zone d’Italia a Pistoia ne sono state assegnate 29 e 8 di queste, il 26 luglio, sono state sistemate a Lizzano, intanto in via temporanea. Provengono da Pakistan e Afghanistan. È un arrivo eccezionale: la tendenza generale è a un calo dei numeri e quando possibile spostiamo le persone verso la città. Anche se la capienza del centro di Lizzano è di 40 persone, da circa due anni non si superano le 30. Ad ora ci sono 22 richiedenti asilo».
Anche Massimo Civilini, presidente di Arké, interviene annunciando che «la chiusura del Cas di Lizzano è prevista per fine ottobre, quando scade il contratto con la prefettura, quindi siamo in una fase di progressiva riduzione dei numeri».
Il sindaco Marmo, intanto, precisa: «Una volta che c’è un Cas aperto, viene gestito, fino alla capienza massima, secondo i bisogni del complesso delle strutture, senza comunicare arrivi e partenze al sindaco. Detto ciò, per i prossimi anni a mio avviso ci sono gli spazi per pensare ad altre destinazioni per quella struttura».

Redazione

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