Il comune di Montecatini smentisce quanto emerso durante l’ultimo confronto tenuto a Pistoia tra le Terme e i sindacati nella sede di Confindustria. Luca Baroncini: «Nessun mandato a Michelotti per la revoca dell’integrativo». Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Tucs: «La sola cosa che sapete fare è pagare i consulenti e colpire i più deboli».

In merito alla vicenda del taglio degli integrativi, ovvero tutti quei benefit o emolumenti supplementari assegnati con contrattazione di secondo livello ai dipendenti delle Terme in aggiunta a quanto disposto dal contratto collettivo nazionale, il sindaco di Montecatini Terme Luca Baroncini afferma che Michelotti non ha ricevuto il mandato del Comune, socio di minoranza, per portare avanti un’azione del genere. «Il Comune - dice Baroncini - non ha conferito alcun mandato all’amministratore unico delle Terme Alessandro Michelotti affinché revocasse l’integrativo del contratto di lavoro del personale. Eravamo a conoscenza che sarebbe partito un confronto su questo argomento, lo confermo. Ma credevamo si trattasse di un dialogo costruttivo sul tema, non di un intervento del genere».
Nessun commento è arrivato dalla Regione. «Ho sempre detto – sottolinea Baroncini – che un’azienda di servizi come le Terme non può essere rilanciata con una serie di tagli selvaggi. Servono, come ripetiamo da tempo, azioni di sviluppo, potenziando l’offerta dell’azienda. Come è possibile pensare di raggiungere risultati significativi andando a cancellare l’integrativo del contratto di lavoro del personale? Ho letto che qualcuno ha pure affermato come, grazie a una soluzione del genere, si risparmierebbe il 30% sul costo dei lavoratori. Mi sembra una cosa assurda».
Proprio su questo punto Michelotti precisa che tale affermazione è da attribuirsi non a lui ma al direttore di Federterme Aurelio Crudeli.
Su tutta questa vicenda la cittadinanza si è schierata a fianco dell'azienda e intanto Ennio Rucco, consigliere di minoranza e capogruppo del Pd, si chiede «Che fine hanno fatto gli investimenti necessari per attivare nuove convenzioni sanitarie alle Redi? E l’impegno per l’eventuale acquisto del Tettuccio? Il taglio dell’integrativo del contratto del personale non è la soluzione per lo sviluppo dell’azienda. Oltretutto, esaminando gli atti delle più recenti assemblee dei soci, abbiamo notato che non è mai stata presa in considerazione tra le varie possibilità».
I sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Tucs, fanno fronte unito con un comunicato congiunto dove accusano la proprietà (Regione e Comune) e l’amministratore unico Michelotti di tormentare da anni i lavoratori senza idee concrete per risanare il buco di bilancio: «La sola cosa che sapete fare - si legge nel comunicato - è pagare i consulenti e colpire i più deboli. Ci sono state manifestazioni che non hanno creato il minimo ricavo, mentre non siete stati in grado di pianificare investimenti e progetti sulle cure, sul termalismo e sulla promozione delle risorse termali. Quindi non venite a dirci che i soldi non ci sono. Con i due soldi che recupererete dai nostri stipendi non riuscirete a fare niente, se non affondare le famiglie. I lavoratori delle Terme da sempre si dedicano al buon funzionamento dell’azienda, compiendo sacrifici, a oggi senza futuro e progettualità. Ancora una volta la soluzione che proponete è sulle spalle di chi mantiene l’azienda aperta. E lo fate nel modo più codardo, senza possibilità di replica, senza ascoltare i lavoratori e proporre loro alternative e tutele. A questo punto non sappiamo se le professionalità in questo ambito ne risentiranno, ma sappiamo per certo che non lavoreremo con i sorrisi. Dalla proprietà ci aspettiamo una salvaguardia di professionalità e una tutela che, al momento, non vediamo».

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