Con un investimento di oltre 1,4 milioni di euro la Fondazione Caript contribuirà al potenziamento dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia mediante l’attuazione di tre progetti di ricerca clinica di altissima innovazione.
I tre progetti, sviluppati su tre anni, rientrano nell’operazione «Pistoia si rinnova», nata in collaborazione con l’Azienda sanitaria regionale e l’università di Firenze. L’obiettivo è quello di portare tecniche all’avanguardia nell’ambito della diagnosi e della terapia, che fino ad oggi sono state peculiari solo dei grandi centri ospedalieri. Sarà possibile rilevare le caratteristiche genetiche attraverso i microorganismi intestinali dei neonati, monitorare l’efficacia delle terapie nei malati oncologici e risolvere alcuni problemi nei casi di arresto cardiaco. Tutti e tre i progetti verranno svolti all’interno dell’ospedale, sia dal personale altamente qualificato presente nello stesso presidio ospedaliero, sia da nuovo personale appositamente reclutato, e in ogni caso in stretta collaborazione con i Dipartimenti Bio-Medici dell’Università degli Studi di Firenze.
I tre progetti sono stati illustrati dal presidente della Fondazione Luca Iozzelli, insieme ai dottori Rino Agostiniani, Marco Di Lieto e Marco Comeglio, a capo rispettivamente dei reparti di pediatria, oncologia e cardiologia dell’ospedale pistoiese.
Il progetto ECPR (Extracorporeal Cardio-Pulmonary Resuscitation) servirà a dare una speranza di vita nei pazienti con arresto cardiaco. Nel caso in cui le condizioni lo consentiranno, i pazienti verranno attaccati ad un macchinario che permetterà una circolazione sanguigna extracorporea sostituendosi al cuore e ai polmoni. Nel frattempo l’équipe medica potrà intervenire sulla causa dell’infarto. Questo impianto va quindi a completare l’azione di intervento che avviene sulle ambulanze con il massaggio cardiaco, grazie all’apparecchiatura Lucas per le compressioni toraciche, che la Fondazione aveva già finanziato in passato.
Grazie al secondo progetto ONCOBIO, sarà possibile fare la biopsia liquida (tramite un prelievo di sangue) nel paziente oncologico malato di carcinoma intestinale e arrivare a personalizzare le terapie. Questo permetterà di monitorare l’andamento e l’efficacia delle cure chemioterapiche senza ricorrere a continue colonscopie. Sarà l’università di Careggi di Firenze ad affiancare l’ospedale di Pistoia per analizzare i risultati dei prelievi.
Infine con il progetto C.I.EMME i neonati che nasceranno nei prossimi tre anni al San Jacopo, avranno una «nuova carta di identità dei bambini» basata sul loro microbioma che permetterà di prevenire e diagnosticare in futuro eventuali patologie. Anche in questo caso sarà l’università di Firenze ad analizzare il materiale raccolto al momento della nascita.
«La Fondazione Caript – ha sottolineato Luca Iozzelli – con l’intento di contribuire a sollecitare azioni verso il cambiamento del welfare territoriale, ha definito nelle sue linee programmatiche di stabilire una stretta rete di collaborazioni fra le diverse realtà, pubbliche e private presenti sul territorio della provincia di Pistoia, per operare un profondo rinnovamento in campo sanitario. Questo è un nuovo passo per cercare di mantenere un rapporto di organicità diretto- ha continuato Iozzelli – visto che fino ad oggi avevamo dato piuttosto risposta a richieste di acquisto di strumentazione».
Redazione