Non si placano le proteste contro il Piano operativo del Comune. Legambiente Valdinievole ha inviato una lettera al sindaco Giurlani per esprimere le sue preoccupazioni per il nuovo strumento urbanistico. Franceschi: «zona industriale pericolosa per gli allagamenti».

Legambiente Valdinievole ha assunto una posizione di critica verso il Piano operativo, richiamando la necessità che il Comune valuti con più attenzione le osservazioni e le critiche presentate. Come si legge nella nota dell’associazione ambientalista «Prossimamente il consiglio comunale prenderà in esame le osservazioni presentate sul Piano operativo, strumento urbanistico che ha destato molte preoccupazioni per previsioni ritenute problematiche e per un consumo di suolo valutato irragionevole per un territorio che non ha trend di crescita demografica e che possiede ingenti volumetrie decadute e abbandonate e, quindi, disponibili per il recupero, anche a fini residenziali. Molti sono stati anche gli interventi critici da parte di organizzazioni che si occupano di urbanistica e di salvaguardia ambientale e paesaggistica, sia a livello locale, che regionale e nazionale, per chiedere una revisione del Piano. La stessa Regione Toscana ha presentato al Comune un’osservazione che contesta gran parte delle scelte e suggerisce di abbattere sensibilmente il consumo di suolo. Gruppi di cittadini hanno raccolto firme e hanno richiesto un riorientamento di questo strumento urbanistico in riferimento a scelte riguardanti porzioni del territorio (Via della Torre, Colleviti, Collodi, via XXVII Aprile, Veneri, area ex Business Park)».
Anche sul fronte politico il consigliere della Lega Oliviero Franceschi muove diverse critiche a cominciare dalla zona industriale «pericolosa per gli allagamenti dalla parte orientale della strada, e che invece diventa sicura e fattibile soltanto dieci metri più in là». Mentre su Collodi dice: «Previsioni bocciate da tutti e comunque avanti tutta. Non ultima Via della Torre e via Nieri gravate da una incomprensibile viabilità creata per fare nuovi insediamenti a danni di terreni agricoli, alla faccia del non consumo di suolo».

Redazione

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