PISTOIA-Il consiglio comunale di mercoledì 8 luglio ha approvato l’avvio del procedimento per la formazione del Piano Operativo Comunale con 19 voti a favore (Pistoia Concreta, Fratelli d’Italia, Forza Italia Centristi per l’Europa, Lega per Salvini premier, Amo Pistoia), 8 contrari (Pistoia in Azione, Pistoia Sorride, Pd, Italia Viva e Pistoia Spirito Libero) e un astenuto (Movimento 5 stelle).
La nuova legge regionale in materia di governo del territorio individua, infatti, come nuovo atto della pianificazione urbanistica, il Piano Operativo Comunale al posto del Regolamento Urbanistico, e conferma il Piano Strutturale quale atto di pianificazione territoriale. In apertura, l’assessore all’urbanistica Alessandro Capecchi ha spiegato la delibera. «L'atto di avvio racchiude quattro passaggi essenziali – ha sottolineato Capecchi –. Il primo è quello di avviare formalmente il procedimento per la formazione del Piano Operativo, approvando proprio il documento di avvio, che è frutto del programma di governo del sindaco. Poi vengono individuati gli enti contermini e sovraordinati, ai quali richiedere apporti tecnici e conoscitivi, o competenti all’emanazione di atti connessi, necessari ai fini dell’approvazione del Piano. Il terzo punto dà mandato alla dirigente all’urbanistica di mettere in atto tutti i passaggi utili ai fini della effettiva costruzione del Piano Operativo, compresi gli incarichi esterni. In ultimo viene individuato il garante dell’informazione e della partecipazione e il relativo programma per coinvolgere tutta la città nella elaborazione del Piano stesso». «Nel documento che accompagna la proposta di delibera – ha proseguito Capecchi – si parte da un primo quadro conoscitivo del territorio per arrivare agli indirizzi generali discussi anche nell’atto di avvio del Piano Strutturale, con cui devono risultare coerenti, declinando per ciascuno gli obiettivi specifici. Dal punto di vista delle strategie generali, oltre alla semplificazione normativa, l'avvio del Poc individua come centrale il ruolo del nostro comune nell’ambito dell’area metropolitana, un ruolo che deve essere attrattivo di funzioni anche di rango extraprovinciale, recuperando un gap infrastrutturale che pesa sul nostro territorio. In particolare, vengono individuati la terza corsia della A11 e il relativo nuovo casello in località Badia a Pacciana, con le opere connesse come l’asse dei vivai e il ribaltamento a sud di via del Casello; il raddoppio ferroviario con il nuovo parcheggio scambiatore e il terminal bus; la valorizzazione della Porrettana; il lavoro sugli ulteriori parcheggi scambiatori e il miglioramento della rete ciclabile. «Gli altri indirizzi generali proposti nel documento di avvio, che disegnano un quadro di fondo – ha ricordato l'assessore –, sono legati ai temi del verde, con l'idea di connettere il parco dell'Ombrone al complesso dei Laghi Primavera; la sicurezza ambientale; la riduzione del consumo di suolo al di fuori del perimetro urbanizzato, incentivando la riqualificazione degli spazi urbanizzati; il sostegno alle attività produttive, del sociale e della sanità, fino ad arrivare a pensare alla città dei giovani e del futuro. C'è poi il tema della città storica, della sua identità e delle nostre tradizioni, e la scommessa del Piano delle Funzioni, come strumento che possa facilitare il recupero dei tanti immobili di pregio oggi inutilizzati, concorrendo a rivitalizzare il centro storico diminuendo la mobilità privata. La scelta dell’Amministrazione è quella di rendere la città protagonista del proprio futuro, che significa dare a tutti a possibilità di dire la propria e avanzare proposte, all’interno di un quadro conoscitivo finalmente aggiornato. Dall’atto di avvio, abbiamo 36 mesi per chiudere adozione, osservazioni e approvazione definitiva del Poc. L’obiettivo è elaborare uno strumento più snello, con regole più semplici, che possa trovare il gradimento della maggioranza più ampia possibile della città e delle forze politiche rappresentate in consiglio comunale, che rimane il vero dominus della pianificazione.» All'illustrazione del provvedimento, è seguito il dibattito. «Stiamo votando un atto di avvio, ampiamente discusso e sviscerato in commissione consiliare – ha sottolineato il capogruppo della Lega per Salvini premier Gabriele Gori –. Il lavoro, però, quello vero, avrà inizio da domani, una volta approvato il documento. Ogni intervento sarà legittimo e opportuno. Chiedo ai consiglieri di essere partecipi e, se possibile, di prendere parte alla commissione urbanistica anche se non ne fanno parte, per avere la giusta visione di come procedono i lavori, importantissimi per dare un nuovo volto, più bello ed efficiente, a Pistoia, con una maggior e migliore sicurezza del benessere generale che si compone di una miriade di sfaccettature. Sono già emerse proposte interessanti. Ci sono alcune tematiche su cui è importante lavorare per trovare soluzioni anche innovative per la città. Tra questi, quello della mobilità dolce, poiché serve un progetto integrato, una rete ben strutturata, per collegare le periferie con il centro. Dobbiamo puntare, poi, alla riduzione del consumo di suolo nell’edilizia, incentivando così le ristrutturazioni, il recupero e le rigenerazioni. Fondamentale anche il tema della sicurezza idrogeologica del territorio». «Questo documento che segna il solo avvio della nuova pianificazione urbanistica, ci ha portati ad affrontare in modo chiaro e generale tutti i temi che abbiamo ritenuto essenziali per la città dei prossimi anni, che un domani dovranno essere discussi e approfonditi – ha ricordato il capogruppo di Fratelli d'Italia Francesco Pelagalli –. Le carenze infrastrutturali del nostro comune sono evidenti a tutti e questo ha condizionato l'impostazione degli strumenti urbanistici che ormai sono scaduti: vorrei ricordare che delle 88 aree di trasformazione previste ne sono state realizzate soltanto una ventina, e quindi dovremo rivedere anche il sistema degli extra-standard. Sarà la linea degli incentivi, difficili da reperire ma essenziali a favorire interventi edilizi e urbanistici, a segnare il cambio di passo di questa Amministrazione. Questo documento è il frutto di un lavoro durato mesi che affronta molte tematiche care a Pistoia, concentrandosi in modo prioritario su quegli interventi che saranno essenziali per colmare le grandi lacune infrastrutturali e per far ripartire il sistema edilizio nella nostra città.» «Pistoia in Azione – ha detto il consigliere Iacopo Vespignani di Pistoia in Azione – vota contro al provvedimento di avvio del Piano Operativo. Nonostante le numerose commissioni, non è stato possibile incidere puntualmente sul documento. Gli spunti e le idee portate sono state definite troppo specifiche per questa fase. Si è parlato di macro temi, questioni importanti come la sicurezza ambientale, il consumo di suolo, la sostenibilità, la città storica, la mobilità, le periferie, il vivaismo, per dirne alcuni. Sulla carta tutti argomenti sui quali non si può che concordare. Manca in realtà un’idea unitaria di città, e come realizzare questi ottimi propositi inseriti qua e là. Manca sopratutto la presa di coscienza del ruolo che Pistoia vuole avere sul piano regionale. Nei confronti di Firenze, Prato ma anche Lucca. Un ruolo che d’ora in poi ci consenta di non subire le decisioni, ma di essere attori principali. Che fine ha fatto la proposta della metropolitana di superficie discussa in quel famoso incontro tra Tomasi, Nardella e il vice sindaco di Prato? Temi che ogni volta vengono ritenuti fondamentali ma mai affrontati davvero». «Questo provvedimento è un passaggio formale, un atto dovuto, che presenta un contenitore ampio, generico, pieno di buone intenzioni – ha evidenziato Nicola Maglione del Movimento 5 stelle –. Fare obiezioni su questo parrebbe strumentale perché sono caratteristiche insite nella natura dello strumento. Il voto contrario non avrebbe avuto quindi fondamento. Quello che invece rende "vuoto" il provvedimento, che fa ragionevolmente temere che rimarranno intenti sulla carta e ha portato a un voto di astensione, è la gestione complessiva dell'urbanistica dell'Amministrazione Tomasi: la città non ha visto i cambiamenti che si aspettava, è sotto gli occhi di tutti. L'inerzia a rivedere anche le NTA, tanto avversate quando erano opposizione, la si è vista quando alcuni gruppi di minoranza, compreso il M5S, presentarono nel gennaio 2018 proposte di modifica che sono state prima tenute nel cassetto e poi "neutralizzate". Un esempio ulteriore su tutti: parlano di verde, di discontinuità col passato e poi su via Stelvio, quando era possibile intervenire sul piano delle alienazioni e fare varianti urbanistiche, hanno proseguito le politiche delle precedenti Amministrazioni, cercando di scaricare su queste le loro scelte. Mancanza di coraggio e di visione».«Il documento approvato dà avvio alla stesura del Piano Operativo, il nuovo Regolamento Urbanistico, ma contiene tutto e il contrario di tutto – ha sottolineato la consigliera di Pistoia Spirito Libero Tina Nuti –. Ancora la conferma che l’Amministrazione Tomasi non ha un proprio progetto di territorio, né l’idea del futuro necessario per Pistoia e la sua montagna. Questo sembra un atto necessario solo a non perdere l’estrema possibilità di modificare le norme urbanistiche attuali. Modifiche tardive e di pochissima sostanza, assolutamente incapaci a sostenere l’edilizia e l’economia da qui fino alla realizzazione del nuovo Piano Operativo, ossia fra tre anni e mezzo. Se tutto va bene. Un convinto parere negativo, quindi, quello di Pistoia Spirito Libero, al documento e all’attività dell’Amministrazione Tomasi». «Stimolato da chi ha preso parola prima di me – ha ricordato il consigliere Giavambattista Grasso di Italia Viva –, parlando di piano di mobilità sostenibile, anche perché abbiamo sul nostro territorio un'azienda di livello mondiale nella produzione di materiali rotabili, brevemente vorrei sottolineare che chi amministra la nostra città deve essere protagonista insieme ai comuni della piana e alla Regione Toscana, nel portare avanti i piani di sviluppo di una mobilità ferroviaria ormai sempre di più proiettata in un futuro mondiale. Questo anche per un discorso ambientale, tema ormai principale anche per quanto riguarda il cambiamento climatico.» «Il provvedimento di avvio del Poc è un atto dovuto – ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia Iacopo Bojola –. Nel contempo, molti si sono dilettati abbozzando una filippica riguardante la persona dell’assessore che ha istruito la pratica, in quanto dimissionario. Un atteggiamento lampante che, oltre a non stare nel merito, denota tuttavia la bontà del lavoro sin qui svolto, poiché altre critiche non sarebbero state possibili. Che nel 2006 le minoranze avessero votato unanimemente alle maggioranze di allora, nessuno se lo è ricordato. E’ pacifico che fare il bene comune, non equivale a dire di no, a prescindere; ne è la prova il fatto che le argomentazioni dei contrari sono legate agli scempi compiuti nel passato. Ma chi ha permesso la delocalizzazione di funzioni dal centro storico, o ha fallito le programmazioni degli anni passati? Oggi le critiche più accaldate sono pervenute da chi non ha mai partecipato alle riunioni della commissione urbanistica, o nel migliore dei casi non vi ha mai aperto bocca. Adesso inizia il confronto con la città, le categorie, gli ordini professionali, gli altri soggetti interessati, gli enti locali limitrofi e la Regione.» «L'avvio di questo procedimento – ha dichiarato il capogruppo del Partito Democratico Walter Tripi – avrebbe dovuto rappresentare un binario su cui far discutere la città, gli ordini professionali, le categorie. Si è preferito invece procedere con l'ennesimo documento vuoto, che di fatto non affronta nessuno dei nodi di sviluppo di Pistoia e si limita a un generico elenco di problemi da affrontare, per comporre il quale però si sono impiegati ben tre anni. Ancora una volta, nessuna chiara posizione su come incentivare il verde in città, su come affrontare i necessari interventi di messa in sicurezza del territorio, sulle infrastrutture necessarie a partire dalla viabilità, su come coniugare le esigenze del centro cittadino con quelle di un ampio territorio periferico e montano. Auspichiamo, almeno, che il percorso partecipativo con la città sia autentico, in modo da recepire da qui le idee necessarie per una Pistoia che, oggi più di ieri, ha bisogno di obiettivi e prospettive chiare».
Redaqzione