Confcommercio su DL Agosto: La proroga degli ammortizzatori sociali emergenziali non basta, c’è bisogno di dare una prospettiva.

“C’è bisogno di un cambio di passo.

Non possiamo continuare a introdurre interventi e sussidi emergenziali che, seppur importanti, sono del tutto insufficienti a dare una prospettiva economica al Paese e alle sue imprese.

Un’economia sovvenzionata è assolutamente da evitare.”.

In questo modo Confcommercio apre la riflessione sulle misure previste dal DL Agosto in uscita nei prossimi giorni.

“Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: non possiamo più aspettare.

Le aziende si trovano in un limbo pericolosissimo senza alcuna certezza e alle prese con drastici cali di fatturati che ne mettono a rischio la stessa sopravvivenza.

È urgente determinare una visione nuova del futuro, con scelte importanti da parte del Governo e progetti di medio-lungo periodo. Una dinamica, questa, che oggi sembra del tutto assente.

Quindi, è senz’altro positiva l’estensione degli ammortizzatori sociali e degli incentivi previsti per le attività economiche che danno una boccata di ossigeno alle imprese e ai professionisti, vincolati fra costi di gestione sempre più alti e norme anti-contagio incerte.

Ben vengano – fra le altre misure – una nuova moratoria fiscale e contributiva, la sospensione Imu per il turismo, il rinnovo della cassa integrazione.

Ma, allo stesso tempo, sono molti i punti che restano aperti e tante le categorie che non hanno trovato risposta ai loro appelli, come avviene per i pubblici esercizi, uno dei settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia. Sparisce infatti l’annunciato ‘bonus consumi’, manca il rifinanziamento della tax credit per la digitalizzazione e, per quanto riguarda le strutture ricettive, la sospensione della seconda rata Imu non si rivolge ai casi in cui i gestori e i soggetti proprietari siano diversi.

Deve essere fatto di più e deve essere fatto adesso.

Gli imprenditori chiedono un intervento più forte per contrastare la crisi. Quindi, contributi a fondo perduto a ristoro dei cali di fatturato e indennità, moratorie fiscali e sostegno al pagamento dei canoni di locazione.

Migliorare le scelte che sono state fatte finora dal Governo è un’esigenza irrimandabile.

Le istituzioni devono cambiare passo o il rischio è quello di scivolare in una crisi peggiore di quella che stiamo attualmente vivendo.

Serve, quindi, un modello economico nuovo che passi da una riforma fiscale realmente orientata allo sviluppo, da una nuova dinamica di relazione fra azienda e lavoratori e da un’indispensabile sburocratizzazione dei processi.

Devono essere create subito le condizioni per costruire la ripresa e, per farlo, dobbiamo farci trovare pronti a cogliere ogni opportunità, come quelle rappresentate dalle risorse del Recovery Found.

Anche in questo caso non esiste ancora un piano chiaro per il loro utilizzo ma non c’è tempo da perdere. Proprio il tempo è uno degli aspetti cruciali per definire l’efficacia nella gestione delle risorse da affidare ai territori.

Le esigenze fondamentali riguardano lo sviluppo del digitale e la qualificazione dei territori con investimenti in grado di rilanciare la loro economia.

Per fare questo e perché si possa parlare di un piano di sviluppo complessivo, è indispensabile che tutti, a partire dalle Istituzioni, lavorino seguendo visioni unitarie e condivise”.

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