Il Gruppo Consiliare e PD Comunale di Pistoia intervengono in merito alla questione della Saletta Gramsci, che alcune consigliere di maggioranza scoprono essere importante.

"Il complesso che ospita la Saletta Gramsci viene eretto tra il 1927 e il ’29 seguendo il progetto degli architetti Michelucci e Fagnoni. Si chiamava “Casa del Balilla” e costò 666.000 Lire. Dopo la caduta del Fascismo l’edificio viene frazionato in varie unità adibite ad usi diversi.
Nel 2015 la Giunta Bertinelli approva il progetto definitivo  per la ristrutturazione e messa a norma della Saletta Gramsci, ritenendolo  un passo importante  nel recupero del patrimonio culturale immobiliare della città. Il piano di ristrutturazione, inserito nel Piano delle opere pubbliche 2014-2016, prevedeva un intervento di 1.500.000 euro finanziati per il 50% dal Comune, proprietario dell’immobile e il restante 50% dalla Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia. Il progetto era stato interamente predisposto dai tecnici comunali. 
Alle Consigliere di Fratelli d’Italia Bargiacchi e Capecchi,  che evidenziano la centralità  di tali opere per l’attuale maggioranza, definendole  “scelta previdente dell’amministrazione Tomasi” (Report 23/2/23), ricordiamo che nel 2018 proprio la previdente amministrazione Tomasi stralciò dal Piano degli investimenti il progetto della Saletta Gramsci  già finanziato.  Quella che le consigliere definiscono “l’assenza di manutenzione dei decenni passati” che avrebbe causato il ritardo nella sistemazione di tali ambienti, cela invece l’ottusità della loro amministrazione che non fu capace di raccogliere e portare a compimento un progetto già definito nei minimi dettagli. La scelta strategica porta la data del 2015 e non del 2023 e l’attuale amministrazione, dopo un quinquennio di buio totale sulla Cultura, ne raccoglie semplicemente l’eredità. 
Alla consigliera Capecchi che afferma come gli immobili del Teatro Manzoni e della Saletta Gramsci siano “al centro delle politiche culturali dell’amministrazione Tomasi” ricordiamo che l’amministrazione Tomasi riteneva la cultura tanto strategica da non prevedere nel primo mandato, neppure uno specifico Assessorato. Giustamente oggi questa “strategia” è stata corretta. Nel frattempo le occasioni perse sono tantissime, la più grande la si ha davanti passando davanti alle porte chiuse del Museo Marini, forse la più grande ferita  alla città. 
Riguardo le opere di ristrutturazione del Teatro Manzoni e della Saletta Gramsci, tutta Pistoia ed anche il gruppo PD è lieta che in 6 anni di Governo, l’amministrazione Tomasi sia stata capace di riparare  i propri errori ed avendo finalmente compreso la strategicità della Saletta, sia stata in grado di raccogliere i finanziamenti ministeriali e della Fondazione Caript per recuperare un progetto del Partito democratico e portarlo a compimento. Infine in relazione al Teatro Manzoni è bene ricordare che il progetto di 12 milioni di euro per il recupero del Teatro, che la Giunta Tomasi nel 2022 aveva candidato ad un bando di Fondi FESR, semplicemente non è stato approvato, mentre altri Comuni si sono visti finanziare con criteri oggettivi e non politici, anche 2 o 3 progetti. Ma del resto questa amministrazione non brilla in quanto a bandi di finanziamenti europei vinti, visto che in tale classifica  è ultima fra i Comuni capoluogo toscani (dati Regione Toscana). 
Il passato va guardato con onestà intellettuale e non in modo strumentale solo per evidenziare ciò che torna comodo ed attribuirsi i meriti di un’operazione che non ci appartiene nella sua interezza.
I 70 anni di governo della sinistra evidentemente hanno lasciato anche una eredità buona. Sarebbe corretto attribuire colpe e meriti con la stessa trasparenza.

Redazione

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