«Le prime battute di caccia al cinghiale nella riserva naturale del Padule di Fucecchio sembrano aver dimostrato la totale inadeguatezza dell’operazione e un grave disturbo alla fauna selvatica». Lo dichiara Legambiente. «A una settimana dall’inizio delle battute annunciate alla vigilia di Ferragosto – prosegue l’associazione – l’operazione brilla per l’assoluta mancanza di trasparenza, nonostante si operi in un’area pubblica e con denaro pubblico. Tuttavia ci sono testimonianze convergenti secondo cui in due battute nell’area protetta, alla quale erano presenti decine di cacciatori, sarebbe stato ucciso un solo cinghiale nel corso della prima e nessuno nella seconda. Ma emergerebbero dettagli molto gravi sulle modalità dell’operazione, che non sarebbe stata condotta, come di consueto, sparando da altane (che non ci risulta siano state realizzate), bensì da postazioni fisse a terra e su automezzi, operando cioè anche in condizioni di scarsa sicurezza. Altro dettaglio sarebbe il forte disturbo causato agli uccelli acquatici presenti, che sarebbero fuoriusciti in massa dall’area protetta. Vorremmo avere conferma dalle autorità se questi sono stati i risultati e la dinamica delle prime due battute e se corrisponde al vero che oltre alle persone armate sarebbero state presenti anche persone non armate, comprese alcune figure politiche locali. Chiediamo infine che sia data informazione di quali provvedimenti si intenda assumere, considerati gli esiti fallimentari dei primi interventi e del grave impatto sulla fauna selvatica. Vorremmo sapere a che titolo erano presenti persone non impegnate nell’attività di abbattimento, tenuto conto del divieto di ingresso vigente all’interno dell’area protetta e di ovvi motivi di sicurezza. Quanto emerge non fa altro che confermare da un lato l’assoluta inadeguatezza di questa operazione a raggiungere lo scopo prefissato».

Redazione

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