E’ quanto emerge da uno studio della Regione allo scopo di analizzare gli effetti degli interventi a sostegno del patrimonio culturale.
Dall’analisi del “caso di studio” del Museo di Palazzo Fabroni e del suo progetto di riorganizzazione nell’ambito della rete dei Musei Civici di Pistoia di cui è parte, emerge una fondamentale reciprocità tra domanda e offerta nel settore del turismo culturale e si dà conto di un ‘modello’ da esportare e replicare in quanto esempio concreto e virtuoso del successo legato all’integrazione fra attività di tutela e iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale.
Da centro di arti visive negli anni Novanta del secolo scorso, l'intervento di riorganizzazione dell’istituzione museale pistoiese arriva a conclusione di un importante percorso di riqualificazione di Palazzo Fabroni che, a partire dal 2009, è stato al centro di una serie di attività volte a trasformarlo in un museo di arte contemporanea.
Gli elementi che hanno portato la Regione a questa valutazione sono stati la riorganizzazione degli spazi interni con il recupero di sei sale, che sono state destinate all’accoglienza del pubblico e all’esposizione delle opere del Novecento artistico pistoiese, e la completa riconfigurazione dello spazio esterno come “giardino d’autore” contemporaneo. L’organizzazione di esposizioni temporanee, fra le attività più rilevanti del museo, rappresenta un’occasione importante di riconoscibilità e di attrazione di visitatori perché spesso è collegata all’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali di più ampio respiro, che abbracciano non solo il campo delle arti visive ma anche quello dell’approccio interdisciplinare fra le arti.
Scopo dell’indagine affidata dalla Regione Toscana era quello di verificare l’efficacia del sistema dei grandi attrattori, andando ad analizzare come gli interventi effettuati sul Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni si siano integrati nella rete museale dell’area tematica di riferimento e a verificare se da questa modalità di azione siano effettivamente scaturite maggiori opportunità di sviluppo, che possano essere poi trasferite anche nell’attuazione del Programma Regionale FESR 2021-2027.
«Non possiamo che essere orgogliosi – dichiara l'assessore alle attività e istituti culturali Benedetta Menichelli - del riconoscimento che la Regione Toscana ha voluto riservare al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, da anni impegnato in programmi di media e lunga portata, fondati su obiettivi chiari e dichiarati, su una metodologia di lavoro definita, e dunque su una possibile strategia in materia di beni e di attività culturali, all'interno della quale collocare scelte non episodiche».
Il documento della Regione Toscana sul Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni è pubblicato qui.
Redazione