Contro il diabete nei campi profughi Saharawi

Prima missione in Algeria dell’equipe di medici Asl e dell’Università di Milano. Visitati 120 pazienti. Cure a distanza dei sanitari italiani fino al 2025.

Sono rientrati in Italia nei giorni scorsi i sanitari della equipe medica mista dell’Ausl Toscana Centro - per l’Azienda la dottoressa Beltrame della Medicina Interna del San Giovanni di Dio - e dell'Università di Milano impegnati nella prima missione nei campi profughi Saharawi in Algeria. Il viaggio si è svolto nell’ambito delle attività previste dal progetto “Alleanza Contro il Diabete” che si propone di affrontare il tema di questa patologia che affligge un’ampia parte della popolazione locale.

Cofinanziato dalla Regione Toscana, il progetto vede protagonisti una molteplicità di attori della cooperazione e solidarietà sia istituzionali che della società civile: Ausl Toscana Centro come capofila, Centro di Salute Globale, Comune di Sesto Fiorentino, Associazione Ban Slout Larbi, Città Visibili Arci, Movimento Africa70 che garantisce la logistica e operatività nei campi profughi, UNIMI e in prima fila il Ministero di Salute Pubblica saharawi.

In 5 giorni i sanitari hanno visitato 120 pazienti affetti da diabete mellito, operando in tre diversi dispensari della Wilaya di Auserd, gemellata da anni con la Regione Toscana, ponendo le basi per avviare un percorso di cura, che sarà monitorato dagli infermieri locali e ‘a distanza’ dai sanitari italiani per i prossimi mesi fino ad aprile 2025. A febbraio 2024 seguirà una seconda missione per verificare un primo impatto sulla salute dei pazienti conseguente al lavoro intrapreso.

Per ogni paziente, in presenza di mediatore culturale e linguistico, è stata eseguita la visita medica, il controllo della pressione, del peso e dello stato nutrizionale (la disponibilità alimentare limitata e sbilanciata nell’area dei campi profughi predispone pesantemente al sovrappeso e al diabete); sono state raccolte le analisi del sangue grazie alla fornitura di un nuovo strumento portatile che è stato lasciato a disposizione dopo formazione e training in loco del personale tecnico. I pazienti più anziani sono stati invitati a presentarsi accompagnati da un familiare che è stato coinvolto attivamente durante la visita.

È stata consigliata una cura farmacologica personalizzata, offerto un percorso parallelo gratuito di attività motoria presso una palestra facilmente raggiungibile dei pazienti e indicazioni dietetiche realizzabili con gli scarsi alimenti presenti in ogni casa.

Il diabete è una classica patologia multifattoriale e le attività previste sono finalizzate a ricercare e conoscere meglio i multipli aspetti che ne causano l’insorgenza e il controllo.

Redazione

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