Il 22 dicembre scorso è stata approvata in Parlamento la legge sul biotestamento e ieri in Toscana è sata varata la misura che attua questa legge nazionale.
Questo è un primo passo che consente ai cittadini di esprimere le proprie volontà, di dichiarare se venire sottoposti o meno a trattamenti diagnostici o terapeutici se dovessero trovarsi in condizioni di non intendere e volere.
Entro 30 giorni la Regione invierà alle Asl tutte le linee guida da seguire, sicuramente dovranno dotarsi di un referente per raccogliere le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat).
Come primo punto c'è la possibilità per i cittadini di inserire le Dat sul proprio fascicolo sanitario elettronico e proprio per questo sono già stati messi al lavoro i tecnici informatici. In sostanza si vuole creare un modulo digitale con opzioni già prestabilite che consentirà ai cittadini, con l'aiuto del medico di famiglia, di esprimere le proprie volontà compresa quella di indicare un tutore fiduciario. Dovrà essere trovato un accordo con notariato e Anci (Associazione Nazionale dei Comuni) per armonizzare le procedure di registrazione dei Dat e iniziare una campagna informativa. Quello che è certo è che la figura del medico di famiglia sarà un punto di riferimento per ogni cittadino.
«La legge sul biotestamento è stata il risultato di una battaglia importante nel campo dei diritti civili - dice il Presidente Rossi - Questa delibera dà le prime indicazioni alle aziende perchè a tutti i cittadini sia garantita la possibilità di esprimere, quando sono in salute, ma anche in ogni fase della malattia, le proprie volontà rispetto al percorso di cura».
Secondo i dati dell'Ars la maggior parte dei malati terminali di tumore si rivolge all'ospedale per affrontare l'ultima parte della sua vita, mentre sono pochissimi coloro che fanno ricorso all'hospice. In pratica sono troppi i pazienti sottoposti a cure intensive «mentre i loro desideri e quelli delle loro famiglie andrebbero in direzione opposta». Per questo, scrive la Regione «è necessario passare dal "curare" le malattie al "prendersi cura" delle cronicità».
Redazione