Sono attive tre squadre per i casi sospetti a Pistoia e in Valdinievole ed effettueranno visite a casa con tamponi e test a domicilio. L’unità speciale si attiva da parte del medico o pediatra di famiglia, si reca direttamente a casa dei pazienti per la visita e le necessarie valutazioni cliniche e rileva importanti parametri (dalla capacità di alimentarsi e idratarsi, alla frequenza respiratoria e cardiaca). La squadra effettua poi i rilievi strumentali, i cui dati vengono trasmessi al medico curante. La task force è abilitata anche a fare i tamponi faringei e test sierologici per individuare il virus, sempre su disposizione del medico di famiglia.
Sono giovani medici neo laureati che in alcuni casi non hanno avuto nemmeno il tempo di sostenere l’esame di abilitazione ma sono già in prima linea. Dottori e infermieri che fanno a parte di questa unità denominata USCA che dallo scorso martedì visitano a casa i sospetti o i malati di corona virus. Le unita USCA saranno 34 in tutta la Toscana. L’obbiettivo è aumentare la gestione dell’emergenza sanitaria attraverso l’assistenza domiciliare dei pazienti affetti da corona virus che non necessitano di cure ospedaliere. Massimo Niccolai, medico di famiglia e segretario provinciale della federazione medici di medicina generale, spiega: «C’è un problema con i dispositivi di sicurezza, sono limitati e vanno usati con parsimonia, i medici hanno bisogno di essere protetti». Il periodo di formazione per la gestione clinica dei pazienti e l’uso dei dispositivi è stato breve ma intenso e si è concluso solo lunedì. «In prima linea ci sono tanti ragazzi volenterosi, alcuni senza esame di abilitazione. Servono regole precise su ciò che devono fare i medici e cosa spetta invece al reparto prevenzione dell’Asl», aggiunge Niccolai. Positivo comunque l’esordio dei primi tre equipaggi delle unità speciali, partiti dalle sedi di via della Quiete a Pistoia e da via Marco Polo a Montecatini. Per adesso queste tre unità copriranno tutto il territorio provinciale. «L’obiettivo però è di crescere progressivamente il numero delle unità speciali, così da potenziare l’assistenza», fa sapere il dottor Daniele Mannelli, direttore del dipartimento rete sanitaria territoriale. I team delle Usca sono composti da medici che hanno risposto allo specifico bando aziendale e dal personale infermieristico del servizio domiciliare Usl. Aumentare il numero di test è un modo per rompere la catena dei contagi e stimare quante persone hanno sviluppato l’immunità al virus. In base al quadro clinico poi viene deciso se il paziente può rimanere a casa con supporto oppure se deve essere ricoverato, qualora il medico rilevi condizioni critiche. Il servizio è attivo sette giorni su sette dalle 8 alle 20.
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