"Servono tamponi su larga scala per isolare subito gli infetti. E servono forniture ed organizzazione adeguate per farlo velocemente: entro 24-48 ore.
Altrimenti la scuola diventa una polveriera". Così Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di virologia dell'università di Padova a Italia Oggi. Al centro delle attenzioni dopo la gestione dell'epidemia in Veneto, Crisanti dà la sua ricetta per la scuola che riapre i battenti il 14 di settembre. In merito alle Linee guida emanate dall'Istituto superiore di sanità, dai ministeri della salute e dell'istruzione, dice: "Assurdo non aver previsto un termine entro il quale fare i tamponi per casi sospetti. Non ci si rende conto di cosa voglia dire rimettere in moto una macchina da dieci milioni di persone. Le mascherine? Sono necessarie".
"Le mascherine a scuola sono uno strumento utile, servono ad evitare di contagiarsi in ambienti comunque chiusi e dove anche se c'è distanziamento, regola fondamentale, tenere fermi i giovani a debita distanza è più complicato. Tra l'altro sono proprio i comportamenti dei ragazzi i più rischiosi: cosa faranno quando escono da scuola? Spero che tutti capiscano che l'abbassamento della soglia di attenzione che c'è stata questa estate non è sostenibile in autunno-inverno", ha aggiunto. Saranno le famiglie, in base al protocollo, a dover misurare la febbre a casa ai ragazzi. "Lo trovo assurdo, otto milioni di famiglie misureranno la temperatura da sole, a casa, con termometri diversi. E poi si sa che i ragazzi si ammalano meno, quindi la soglia della febbre a 37,5 non è adeguata. Andava abbassata a 37". (aDNKRONOS)