Nel Centro di riferimento aziendale team multidisciplinari e apparecchiature all’avanguardia per curare i tumori epatici.

L’Ospedale San Jacopo di Pistoia è diventato centro di eccellenza chirurgica a livello aziendale per curare i pazienti affetti dalle malattie oncologiche del fegato e, in particolare, in presenza di lesioni metastatiche; si tratta di una patologia complessa, sia dal punto di vista biologico che delle procedure terapeutiche e sono richieste competenze multispecialistiche e professionisti dedicati per conseguire risultati clinici ottimali.
Il centro è stato individuato dal dipartimento delle Specialistiche Chirurgiche diretto dal dottor Stefano Michelagnoli, attraverso l’applicazione del nuovo modello organizzativo “Hub e Spoke” con il quale è previsto che il paziente sia centralizzato nell’ospedale di riferimento chirurgico (Hub) per poi tornare, una volta trattato, in quello di provenienza (Spoke). 
“Tale organizzazione –ha precisato Michelagnolipermette la creazione di centri ultraspecialistici dove accentrare le patologie complesse grazie alle elevate competenze espresse dai professionisti unite ad una struttura, come il San Jacopo, tecnologicamente ed organizzativamente avanzata e capace di affrontare esigenze sanitarie peculiari”.
Essendo il centro multispecialistico nella sua identificazione si è tenuto conto anche della presenza al San Jacopo di servizi indispensabili alla chirurgia del fegato quali: l’endoscopia operativa, la rianimazione, la radiologia interventistica, la radiologia (con radiologi dedicati), la chirurgia vascolare, il servizio di dietologia e quello di terapia antalgica.


Quanto alle dotazioni tecnologiche le sale operatorie dell’Ospedale di Pistoia, sono attrezzate dalle più moderne strumentazioni: ultrasuoni, radiofrequenza, microonde, ecografia intraoperatorie e colonne laparoscopiche in Hd, 4K e 3D.
Elemento cardine per le opportune scelte strategiche cliniche è il Gom (Gruppo Oncologico Multisciplinare) che può operare sia in tele-collegamento che in presenza: gli incontri tra operatori provenienti da diversi ospedali e il team core della patologia epato-biliare, di norma si svolgono ogni giovedì al San Jacopo dove vengono discussi i singoli casi da trattare.
Referente del Centro Hub per la chirurgia del fegato a livello aziendale è il dottor Massimo Fedi che in sala operatoria si avvale di un team composto oltre che da chirurghi, da infermieri esperti e anestesisti dedicati.
“Il dottor Fedi insieme alla équipe dedicata ha eseguito numerosi interventi sul fegato garantendo ai pazienti i migliori risultati, anche e soprattutto in termini di sopravvivenza, ed è ormai appurato che la concentrazione degli interventi di alta complessità in un unico presidio porti vantaggi anche nella gestione delle eventuali complicanze - ha aggiunto il dottor Sandro Giannessi, direttore della chirurgia generale del San Jacopo e dell’area aziendale”.
Spiega il dottor Fedi: “in pratica il paziente viene preso in carico nel centro Spoke, l’ospedale di provenienza, dove eseguirà tutto il percorso diagnostico fino alla stadiazione della malattia e attraverso la successiva discussione del Gruppo Oncologico Multidiscplinare (Gom) verrà data l’indicazione chirurgica; a quel punto il paziente sarà poi centralizzato nell’Hub del San Jacopo per il trattamento chirurgico e il decorso post-operatorio, terminato il quale sarà dimesso e riaffidato all’ospedale di provenienza per il proseguimento delle cure. Nei casi urgenti la nostra équipe si sposta negli spoke”.
Aggiunge ancora Giannessi: “il valore aggiunto di questo progetto è dato dalla stretta collaborazione tra l’equipe del San Jacopo e i professionisti degli altri ospedali aziendali, anche in funzione della formazione di giovani chirurghi”
Insieme al centro Hub del fegato ne sono stati creati altri tre la chirurgia del pancreas al San Giovanni di Dio, referente è il dottor Alessandro Anastasi;  il trattamento chirurgico della patologia testa-collo di secondo livello (chirurgia avanzata) e di terzo livello (chirurgia riabilitativa) al Santo Stefano di Prato, referente dottor Antonio Sarno e il centro per le infezioni periprotesiche o osteoarticolari al Santa Maria Annunziata, referente il dottor Marco Mugnaini.   

Redazione

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