radio caterina

La scena è una fredda mattina di febbraio, davanti a una folla di appassionati e curiosi, tutti lì per celebrare un'invenzione che ha cambiato il mondo: la radio. Siamo ad Arezzo, al MUMEC, il 15 febbraio, e in mezzo a questa scena pittoresca spicca una figura tanto umile quanto geniale: Gilberto Stanghini, il nostro moderno Geppetto, che con le sue mani ha dato vita a Caterina, una replica di quella radio che fu luce nella notte per gli internati di un campo in Sassonia. Questa è la storia di come il passato, con tutte le sue voci, possa ancora parlare al presente." Era il 2017 quando i nostri cammini si incrociarono per la prima volta. Gilberto, con quel suo sguardo vivace da eterno ragazzo, iniziai a collaborare con lui in qualità di consulente per vivaisti. Quello che all'inizio sembrava solo un modo per scrutare l'animo umano, si è rivelato essere il suo modus operandi: un mix esplosivo di empatia, creatività, e quella scintilla di genialità che ti fa dire: "Ecco, questo è un uomo che lascia il segno". Tra una chiacchierata e l'altra, Gilberto mi ha confidato di come, fin da ragazzino, armeggiava con fili e circuiti, dando vita a oltre 50 invenzioni. Da giochi a tecnologie audio, fino a strumenti che rendevano la vita di tutti i giorni un po' più semplice. Ma Gilberto non si è fermato qui. Da elettrotecnico si è tuffato a capofitto nel mondo del verde, diventando un vivaista di punta, senza mai perdere quella curiosità insaziabile che lo spinge sempre a esplorare nuovi orizzonti. La sua Caterina non è solo un omaggio alla storia, ma una finestra aperta su un mondo dove la determinazione e l'ingegno umano sfidano l'impossibile. E alla Giornata Mondiale della Radio di quest'anno, mentre Caterina trasmetteva le sue prime note al MUMEC, tutti abbiamo sentito quella connessione profonda che solo la radio sa creare. Un ponte invisibile tra noi e quegli internati di Sandbostel, che con pochi, miseri componenti, riuscirono a sintonizzarsi sulla speranza. Oggi, Gilberto non si limita a ricreare il passato. Con le sue invenzioni, ci insegna che guardare indietro può essere il modo migliore per comprendere dove stiamo andando. La sua storia ci ricorda che, in un mondo iperconnesso dove tutto sembra effimero, prendersi il tempo di ascoltare può svelarci verità sorprendenti. In conclusione, Gilberto e la sua Caterina sono molto più di una curiosità storica. Sono la prova vivente che, anche nei momenti più bui, la creatività e la resilienza umana possono accendere una luce che guida verso il futuro. E mentre la radio continua a essere "il mondo in tasca" per chiunque abbia il coraggio di sintonizzarsi, Gilberto, con il suo ingegno e la sua passione, ci mostra che il futuro è già qui, basta solo ascoltare.

 

Andrea Vitali

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