Il piano operativo del Comune di Pescia ha portato Aldo Morelli, assessore comunale all’urbanistica, e Marco Niccolai, consigliere Regionale, ad uno scontro sull'argomento.

«Ognuno è libero di esprimere la propria opinione – spiega Morelli – ma chi occupa ruoli istituzionali dovrebbe evitare di cercare la critica tanto per strappare un titolo e uno spazio. E’ il caso del consigliere regionale Marco Niccolai. Partendo dallo stravagante annuncio di una interrogazione per informare la regione, quando, come tutti sanno, la redazione di un Piano Operativo viene fatta passo dopo passo dall’ente comunale in costante rapporto con quello regionale, che dunque conosce perfettamente i contenuti dello strumento urbanistico pesciatino, avendone seguito la nascita e avendo già fatto diverse osservazioni, sia in modo ufficiale che durante i molti incontri preparatori, sono diversi i rilievi assolutamente ingiustificati da parte di un consigliere regionale evidentemente poco informato. Da lui ci saremmo aspettati un plauso per una operazione urbanistica che colma una lacuna storica della città di Pescia, che non ha un regolamento urbanistico dal 1999 e quindi da quel tempo è ingessata e ferma a livello di pianificazione del territorio».
«Consiglio di conservare le sue parole – ribatte Niccolai – ed i suoi (vuoti) argomenti per rispondere a coloro che gliene chiederanno conto direttamente. Personalmente infatti, dopo la “figuraccia” che il Comune di Pescia ha fatto con la variante di Collodi un anno fa (fa sorridere rileggere le affermazioni del tempo dell’assessore Morelli dirette al sottoscritto alla luce di come è andata a finire!), non ho bisogno di ulteriori prove per capire quale è il livello di competenza dell’interlocutore. Stia tranquillo assessore Morelli, a differenza di altri non parlo con annunci ma con fatti. La “stravagante” interrogazione è stata depositata il 9 agosto, quindi più di 20 giorni fa e l’ho resa nota solo perché i comitati ed i cittadini che si sono rivolti a me preoccupati per quanto voi state prevedendo mi hanno chiesto di intervenire pubblicamente. Di «stravagante» vedo solo la sua reazione, che non contesta alcuno dei punti che ho sottolineato nel mio atto. Ne prendo atto con soddisfazione. Ci sono due fatti politici invece: lei conferma che il piano operativo arriva al massimo consentito per esso dal Piano Strutturale (il 50 per cento della dimensione complessiva dello stesso, che ha durata indeterminata). Un Piano Strutturale voluto dalla Giunta Marchi ed a cui io espressi voto contrario al momento della sua approvazione il 31 gennaio 2012».

Redazione

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