Dopo Giovanbattista Grasso e Carla Breschi anche il consigliere regionale Massimo Baldi lascia il Pd. «Decido di militare in Italia Viva»
La scelta di Massimo Baldi, renziano da sempre, non stupisce: «Il momento è giunto – scrive Baldi su facebook – Faccio una scelta di cuore… ma no: faccio una scelta ragionata e più e più volte ragionata. Decido di militare in #ItaliaViva perché credo che la libertà sia la locomotrice dell’uguaglianza, perché credo che il disagio sociale che osserviamo nello stato dell’arte del presente non sia da imputare a un selvaggio liberismo di cui in Italia non abbiamo mai visto nemmeno uno stantuffo di vapore, perché credo che il merito sia giustizia e il talento sia opportunità, perché credo in uno stato minimo ma efficiente e non in uno stato invadente e manchevole, perché credo che l’Italia dia il meglio di sé nella solidarietà gratuita e votata al dono». Sottolinea che lascerà il partito democratico senza ostilità e senza rancore perchè, come lui stesso afferma: «un Pd forte è garanzia di un’Italia forte. A tutte le compagne e a tutti i compagni di viaggio di questi anni che non mi seguiranno mando il mio più fraterno e caldo abbraccio».
Adesso a palazzo di Giano restano solo in quattro a rappresentare il Pd. Infatti, prima di Baldi, anche Giovanbattista Grasso ha scelto di passare ad Italia Viva, mentre Carla Breschi è diventata indipendente.
Caterina Bini, senatrice del Pd, spiega su Facebook che queste perdite rafforzano la sua idea di rimanere nei democratici: «Sono nel Pd perché credo in un progetto politico – scrive Bini –, perché credo in un partito che si colloca nel campo del centro sinistra senza ambiguità. Un partito che si oppone con forza al nazionalismo leghista e alla vergognosa politica salviniana, un partito con… forti valori fondanti che non passano al cambio di una segreteria, ma restano immutati. Un partito che mi dà modo di sentirmi a casa anche se ho sostenuto un candidato alla segreteria diverso da quello che ha vinto, che mi consente di starci con le mie idee. Un partito che fa i congressi e che è contendibile e quindi libero e che per questa sua caratteristica ha permesso a minoranze di divenire maggioranze e viceversa. Per questo partito, il Pd, continuerò a battermi. Da dentro, anche quando non condivido, con lealtà e determinazione».
Redazione