Prima sono tornate le competenze, poi il personale e i beni. Adesso tocca agli archivi: si conclude così il trasferimento della funzioni che all'inizio dell'anno scorso, il 2016, dalle Province sono tornate alla Regione. Il protocollo è stato firmato il 9 ottobre a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.

A siglare il protocollo di trasferimento a Firenze sono state la Regione stessa, la Città metropolitana, le altre nove province toscane e la Soprintendenza archivistica e bibliografica.
«Acquisire gli archivi, ovvero i fascicoli relativi ai procedimenti, aiuterà a lavorare meglio e renderà più facile l'accesso agli atti da parte dei soggetti coinvolti e dei cittadini: si identifica infatti con precisione chi detiene la documentazione» spiega l'assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti locali, Vittorio Bugli.
Ma il progetto – Caronte è il nome scelto, come il traghettatore degli inferi - prevede anche una valorizzazione e tutela degli archivi dal punto di vista della ricerca storica: per questo l'intesa è stata firmata anche dalla Soprintendenza e l'accordo potrebbe divenire una buona pratica da esportare altrove. Gli atti conservati, che divengono 'storici' dopo trent'anni, potranno infatti divenire nel tempo una fonte primaria per studiare e rileggere le scelte amministrative compiute e i riflessi sui territori. E' il primo accordo e progetto del genere in Italia, già studiato dal Veneto ed altre regioni.
«In metri e metri di scaffali si nascondono a volte tesori impensati» racconta Bugli. Una parte degli archivi potrebbe essere anche digitalizzata. Ma la bellezza di certi documenti sta a volte proprio nell'esser di carta. «Ed è giusto - continua l'assessore - conservarli e tramandarli in quella forma». «Faremo magari interventi mirati di digitalizzazione - spiega meglio la soprintendente Diana Toccafondi - anche se il primo obiettivo rimane la messa in sicurezza ed unità degli archivi». «E così come sono messe oggi le Province - chiosa il presidente di Prato, Matteo Biffoni - il rischio che qualcosa nel tempo andasse perduto era più che un rischio».
 
Redazione

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