Elisa Romoli, segretario PD di Pescia, interviene in seguito alle dichiarazioni di Oreste Giurlani, rilasciate in una video intervista, sul suo partito. Giurlani dichiara di sentirsi ancora parte del Partito Democratico, mentre Romoli ricorda come egli non ne faccia più parte, soprattutto finché non avrà risolto la sua vicenda giudiziaria. Per Romoli Giurlani sta solo ricercando consenso fra gli elettori del PD, «attraverso l’ennesimo tentativo di ingraziarsi tutti».
«Registro con stupore, e un po’ di sconcerto, le parole del candidato Oreste Giurlani in parte della video intervista rilasciata al Cittadino pochi giorni fa. Giurlani, lontano dai partiti, afferma ancora di sentirsi ancora parte del Partito Democratico. Per ribadire ancora i fatti Oreste Giurlani è stato sospeso dal partito in seguito alle note vicende giudiziarie e, allo stato, non risulta neppure iscritto, perlomeno al Partito Democratico di Pescia» così chiarisce Elisa Romoli. Ricordando anche come la lontananza resterà tale fino a che Giurlani non avrà risolto definitivamente la questione giudiziaria che lo riguarda.
«Per cui utilizzare artifici verbali “non sono lontano” sono “fuori”, ma “mi sento ancora” legato ad un partito serve soltanto per la ricerca del consenso degli elettori del Partito Democratico, attraverso l’ennesimo tentativo di ingraziarsi tutti.» Elisa Romoli ribadisce così la sua linea politica in vista del ballottaggio: non appoggerà Giurlani perché avrebbe prima dovuto risolvere la sua questione giudiziaria, «perché è irresponsabile candidarsi a guidare una città con il rischio di doverla abbandonare a metà mandato (la legge Severino per i reati di cui è indagato il Giurlani prevede, in caso di condanna in primo grado, la sospensione dalla carica fino a 18 mesi).» Giurlani non è solo lontano dal PD, ma fuori, per «non ripetere l’errore di quattro anni fa quando fu chiamato a “salvare la patria”, facendosi accompagnare in quella occasione molto volentieri da numerosi esponenti di spicco del partito, con i risultati che abbiamo tutti davanti agli occhi.»
Romoli del resto non appoggerà nemmeno Conforti al ballottaggio in quanto sostenuto da una coalizione «in cui il partito di maggioranza è la Lega di Salvini, che da ministro dell’interno sta adottando, proprio in questi giorni, atteggiamenti xenofobi, razzisti e repressivi nei confronti dei più deboli.»
Redazione