Di-Segni di Mafia apre la X edizione del Performance Art Festival mercoledì 19 luglio (ore 21). Parterre – Piazza S. Francesco.
In occasione della ricorrenza della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992 − dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i membri della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Eddie Cosina e Claudio Traina − l’Associazione Centro Studi Ricerche Espressive, in collaborazione con il Comune di Pistoia e Teatri di Pistoia, promuove, mercoledì 19 luglio 2023 (ore 21), al Parterre di Piazza Mazzini a Pistoia, un incontro dal titolo “Di-Segni di mafia” a cura dell’artista Gerardo Paoletti con la partecipazione del regista e drammaturgo Luca Privitera, del collettivo artistico Veg.gea, dell’artista Antonio Russo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e dell’Avvocato Giuseppe Alibrandi.
La serata, oltre che ricordare la strage di Via d’Amelio e fare il punto sullo stato delle leggi al contrasto ai fenomeni mafiosi, intende riflettere sul ruolo dell’Arte Contemporanea che spesso sembra sorpresa, se non “latitante”, da “fenomeni umani” come quello della mafia.
La manifestazione apre la decima edizione del Performance Art Festival.
Tre le azioni previste in città in questa occasione: la prima, curata dall’artista Gerardo Paoletti dal titolo “La Morte Ascolta Felice In Attesa”, inizierà nei giorni precedenti e si concluderà nella serata del 19 luglio al Parterre; la seconda, a cura del collettivo artistico Veg.gea dell’Accademia di Belle Arti di Firenze composto da Enrico Budri, Andrea Virginia Fantoni e Greta Bini dal titolo “Alla fine è solo un gioco” si svolgerà nel pomeriggio del 19 luglio per le vie di Pistoia. Infine, la terza, curata dall’artista Antonio Russo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze dal titolo “Pneuma: Fumatore su fondo scuro” avrà luogo la sera del 19 luglio in prossimità del Parterre di Piazza Mazzini.
Gerardo Paoletti
LA Morte Ascolta Felice In Attesa
Niente di “umano” esisterebbe senza il di-segno. Qualunque cosa noi usiamo emerge da questo “sogno espressivo”. Qualunque oggetto noi tocchiamo è l’ostinato impulso ad esistere di un di-segno. Le parole, con le quali scrivo, sono il risultato della combinazione di di-segni nel magico tentativo di afferrare il pensiero e il mondo. Il di-segno ha creato la memoria collettiva e condivisa, la consapevolezza di sé e la proiezione sull’altrove”. La “coperta” che si crea con il grande racconto simbolico ed espressivo del di-segno, protegge e dà identità, è la forza che permette di resistere e di immaginare un futuro.
Il di-segno è lo strumento dell’immaginazione. Immaginazione e racconto sono mezzi potenti, chi ascolta e immagina accumula esperienza. Siamo “animali simbolico-sociali” spinti dall’interazione con gli altri attraverso lo scambio di emozioni. Esistiamo negli occhi degli altri. Immaginando si sperimentano emozioni e paure, sofferenze, pericoli e valori che si condensano in una memoria collettiva. L’immaginazione è l’arma più potente che l’uomo ha a disposizione. Come scrive Guido Tonelli, fisico e padre della scoperta del bosone di Higgs, dall’immaginazione nascono anche la scienza, la filosofia e la tecnologia. Lo stesso Albert Einstein scriveva “L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l’evoluzione”.
TUTTI istintivamente lo sanno. E allora, perché il cosiddetto “mondo dell’Arte Contemporanea” che dovrebbe essere il luogo dove sperimentare e riflettere è spesso sorpreso da un “fenomeno umano”* come quello della mafia*?
*Giovanni Falcone percepiva benissimo questi aspetti e in una sua famosa intervista dichiarava: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio e avrà anche una fine”
*Anche Rita Atria sapeva che la mafia non è un “entità estranea” e scriveva: “La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”
Collettivo Veg.gea
Alla fine è solo un gioco
L’azione consiste nel dipingere su di un pallone da calcio la stella della repubblica italiana. Il simbolo della Repubblica vede una stella inscritta in un ingranaggio, metafora del lavoro, contornata da un ramo di quercia, indicatore di forza, e da uno di ulivo, segno di pietà e virtù. L’immagine più importante, però, è proprio la stella: simbolo del destino d’Italia. Tutti insieme questi simboli rappresentano i valori su cui si fonda la nostra repubblica. Il dipingerli su di un pallone da calcio in cui la stella racconta solitamente la Champions League, ed il calciare questo pallone in direzione di passanti casuali cercando con loro un’interazione, è un ragionare sull’entità di questo grande simbolo. Non c’è un vero e proprio punto definito dell’azione in cui è riconoscibile “il gioco” a cui fa cenno il titolo, non si sa dove questo si trovi. Tuttavia vi è il rischio di farsi male, quando tutto diventa solamente un gioco.
Antonio Russo
Pneuma: Fumatore su fondo scuro
L’artista fuma davanti ad un fondale scuro con una forte luce puntata frontalmente. Di fatto è un modello in posa davanti agli occhi di chi lo osserva, il fumo si contorce in forme e linee in continuo movimento generando di-segni casuali. Il fumo inspirato e espirato suggerisce un’idea del volume dei polmoni e della quantità di aria che si contamina delle sostanze cancerogene che la sigaretta sprigiona.
Redazione