Evento speciale venerdì alle 21. «È un’emozione diversa dal solito, perché questo è un tipo di concerto che faccio solo ogni tanto». Al Verdi le ’dodici note’ di Claudio Baglioni.

Arriva venerdì 25 alle 21 al Teatro Verdi il «Dodici Note Solo Tour» di Claudio Baglioni, uno degli appuntamenti più attesi della stagione di spettacoli della città termale. E’ lo stesso artista a spiegare i significati e le emozioni che questo suo concerto vuole trasmettere ai propri numerosissimi fans. «È un’emozione diversa dal solito – dice Baglioni – perché è un tipo di concerto che faccio ogni tanto. Ogni dozzina d’anni mi capita di fare un’esibizione da solo, quel che si chiama assolo, un one man band, un recital solitario; da una parte c’è da vincere una lunga inattività, dall’altra devo riappropriarmi della manualità e della concentrazione che occorrono per un concerto di questo tipo».
«Ho preso un pianoforte – va avanti – e l’ho diviso in tre: sono diventate tre tastiere, una delle quali è un pianoforte digitale-acustico, le altre due sono tastiere che si avvalgono di un’effettistica. Cerco di portare da solo un’orchestrazione fatta quasi di stati d’animo, di riverberazioni, di aggiunte, lontane però anche presenti all’orecchio degli ascoltatori. Io ho fatto diverse esperienze, tra l’altro questo format di “Dodici note solo” è quello che precederà il “Dodici note tutti”, quindi con una grande orchestra, un coro lirico, la mia band e altri solisti. Diciamo che sono proprio gli estremi, tutti e solo».



«Ho composto il palco – spiega Baglioni – anche in una dimensione spazio-temporale. I tre strumenti, oltre a rappresentare un tipo di sonorità differente, rappresentano tre momenti di un’esistenza: il passato, il presente e l’ipotetico futuro. Ci sono dei pezzi che sicuramente rimangono in un calendario oramai distante, altri che hanno avuto il passaporto del tempo e sono di nuovo attuali, mentre altri ancora, e ce ne saranno diversi in questa performance, che invece sono molto meno usuali nei miei repertori. Per coloro che vedranno e ascolteranno questo concerto ci saranno in questo senso delle sorprese evidenti. Ci sono canzoni che io amo in maniera particolare, anche piuttosto complesse, e in questo c’è un senso di sfida, come “Fammi andar via” o “Un po’ di più”, ci sono anche certe canzoni fondamentali, quelle popolari, però gran parte del repertorio va a pescare in tempi vicini e lontani con canzoni come “Amori in corso”, mentre dell’ultimo album che è “In questa storia che è la mia” ci sono cinque o sei titoli».
«Da una parte – va avanti Claudio Baglioni – continuo a essere un po’ confuso, nel senso che sto cercando di trovare delle soluzioni proprio di presenza, di attività. Stare lontano dalla musica, che all’inizio per me era un modo per non passare inosservato e cercare un riscatto nella vita, per cercare l’attenzione di ragazzi e ragazze che erano miei coetanei, è stato difficile e oggi mi manca tanto. Mi è mancato il palcoscenico, ho fatto diverse cose, a partire dal Teatro dell’Opera, poi questa tournée, a partire dai maggiori teatri, sono tutti debutti, è una scelta voluta, non ci sono repliche, è proprio perché questo contatto diretto, quasi fisico, materiale, solido e intimo con la musica è un bisogno autentico. È un sistema che è fatto troppo spesso di compartimenti stagni, in effetti proprio il titolo del concerto e del tour che ci sarà all’aperto d’estate è “Dodici note”, con dodici note si fa tutta la musica, diverse ottave con diverse timbriche ed è dalla composizione di questi mattoncini, come se fosse una scatola di costruzioni, che riusciamo a fare qualsiasi tipo di musica, sia essa classica, sinfonica, operistica, folk, leggera, popolare, jazz, ogni tipo di musica è fatta degli stessi ingredienti».

 

Redazione

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