La giunta regionale toscana ha dato il via libera ad un bando da 400 mila euro per le cooperative di comunità, ovvero cooperative costituite di cittadini - solitamente gli abitanti di un paese o un borgo...
La giunta regionale toscana ha dato il via libera ad un bando da 400 mila euro per le cooperative di comunità, ovvero cooperative costituite di cittadini - solitamente gli abitanti di un paese o un borgo - che si mettono insieme per produrre beni e servizi per la loro comunità. Il contributo potrà coprire fino al 70% delle spese del progetto, da un minimo di 5.000 euro fino ad un massimo di 15.000.
«Con il Libro Verde sull'economia collaborativa abbiamo detto che la Toscana investe nell'intelligenza delle comunità e in collaborazione. Oggi facciamo un altro passo concreto in questa direzione, con un bando che sostiene chi si prende cura del territorio, crea lavoro e opportunità di sviluppo, rafforzando i legami sociali.»
L'avviso si rivolge a cooperative di comunità che hanno dimensioni di piccole e medie imprese, hanno sede in Toscana e operano in territori montani o comunque marginali. Il contributo potrà coprire fino al 70 per cento delle spese del progetto, da un minimo di 5.000 euro fino ad un massimo di 15.000. Le cooperative possono essere già costituite o da costituire. L'importante è che chi riceve i contributi non ne abbia avuti, da enti pubblici, per altri 200 mila negli ultimi tre anni. Alla valutazione tecnica delle domande seguirà una procedura di negoziazione tra i richiedenti, la Regione Toscana e una commissione di cui potranno fare parte i Comuni, esperti delle centrali cooperative od associazioni, per verificare la capacità di coinvolgimento dei progetti.
«Partiamo con 400 mila euro – spiega Bugli – come sperimentazione, ma vorremmo incrementare queste risorse. L'obiettivo è mantenere vive o valorizzare comunità locali a rischio di spopolamento, sostenendo l'avvio di progetti che possano poi reggersi sulle proprie gambe».
Il caso che forse meglio aiuta a capire come è l'esperienza del "Teatro povero" di Monticchiello, paese del senese colpito dalla crisi della mezzadria all'inizio degli anni Sessanta e che allora ha scelto di aggregarsi intorno ad un'idea di teatro di piazza che costituisce oggi un'economia importante per la comunità. Oppure Succiso, sul versante emiliano dell'Appennino, che dai mille abitanti che contava negli anni Cinquanta è arrivato ad averne appena sessantacinque ed ha deciso a quel punto, nel 1991, di ricominciare tutto dall'apertura di un bar e dall'acquisto di alcune pecore, dopodiché sono arrivati un agriturismo, una bottega di alimentari e una filiera legata alla produzione dei formaggi.
Casi virtuosi in Italia non mancano; e la giunta toscana ha scelto di guardare con interesse ed investire su queste esperienze. «A marzo del 2017 - ricorda Bugli – con Anci e Legambiente abbiamo firmato un'intesa per promuovere questo modello e percorso all'interno del progetto CollaboraToscana».
Redazione